Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin” e di Google Analytics. Clicca sul bottone "Accetto" o continua la navigazione per accettare. Maggiori informazioni
Skin ADV

Bilancio: sciopero è la risposta di Cgil e Uil alla insufficiente "manovra espansiva" del governo Draghi

Bilancio: sciopero è la risposta di Cgil e Uil alla insufficiente "manovra espansiva" del governo Draghi
(PRIMAPRESS) - ROMA - Legge di Bilancio e riforma del fisco non mettono d'accordo governo, partiti e sindacati. Il governo Draghi giudica la bozza di manovra che dovrà essere discussa come "fortemente espansiva". E a guardarla bene non solo ai sindacati non appare tale ma anche ad alcuni analisti economici che vedono consumarsi un vecchio rituale dove si prelevano fondi sempre dalle casse dello stato per finanziare l'alleggerimento del fisco ma che a conti fatti quel prelievo si riverbera, attraverso forme diverse, sempre sui contribuenti. La pensa così l'ex ministro Antonio Martino, che nel programma di Porro su Mediaset spiega il teorema della finta "espansione" perchè quella vera dovrebbe guardare ai tagli in eccesso della spesa pubblica per mettere in gioco "soldi veri" e non prelevati sempre agli italiani. 
Con sfumature diverse concordano anche Cgil e Uil che rompe il patto della triplice per andare in ordine sparso allo sciopero generale programmato per il 16 dicembre dove non ci sarà la Cisl. Lo sciopero è stato annunciato con una nota inviata Palazzo Chigi. Cgil e Uil vedono nella manovra proposta del governo delle profonde lacune sulla manovra di bilancio mentre la Cisl si defila. Dal palazzo di governo lo sciopero viene definito come "una scelta incomprensibile". Ma le due sigle sindacali a cui si uniscono le voci diverse e distinte di Lega, Forza Italia, Italia viva e Fratelli d'Italia, i conti non tornano sul fronte fisco che di riforma ha poco o nulla e servirebbe ben altro per ridare elasticità al paese. Ma non tornano neanche su scuola e politiche industriali; sul contrasto alle delocalizzazioni ed alla precarietà del lavoro giovanile e delle diseguaglianze. Certo non può essere fatto tutto con un solo provvedimento ma non si è neanche iniziato a definire delle vere priorità per un profonda tasformazione economica e sociale del Paese. Tutto già visto nonostante i fondi del PNRR.  
- (PRIMAPRESS)