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Teatro di Roma: la nomina di Sangiuliano del Direttore Fusco scatena le ira di registi ed attori

Teatro di Roma: la nomina di Sangiuliano del Direttore Fusco scatena le ira di registi ed attori
(PRIMAPRESS) - ROMA - Dopo la nomina di Luca De Fusco a nuovo direttore della Fondazione Teatro di Roma è scontro politico. La nuova nomina è stata formalizzata dal Minisistero della Cultura in assenza del presidente della Fondazione, Francesco Siciliano e senza la rappresentante del Campidoglio, Natalia Di Iorio. Un colpo di mano fuori dalle regole come hanno sottolineato sia il sindaco Roberto Gualtieri che l'assessore alla Cultura Miguel Gotor. La questione non è contro la figura o il curriculum del regista 66enne napoletano Luca De Fusco ma contro l'inosservanza delle regole di un consiglio di amministrazione convocato senza il numero legale. Situazione che potrebbe portare ad un allunnamento della nomina ricorrendo al TAR con conseguenze di ritardi sulla funzionalità del Teatro che aspettava questa nomina già da due anni. Ma cosa è accaduto di preciso?  Il presidente Siciliano e la consigliera Di Iorio avevano chiesto l’aggiornamento della riunione del CdA in data da destinarsi, mentre i tre membri rimanenti (espressione del Ministero della Cultura e della regione Lazio), nonostante il rinvio chiesto dal Presidente, hanno scelto di proseguire con la nomina del nuovo Direttore. Sta di fatto che il consiglio si è tenuto comunque e il voto è stato espresso senza la presenza dei due componenti.
Di qui si è scatenato il vespaio. Anche con un retroscena che fa tirare in ballo dal sindaco Gualtieri una frase del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il suo discorso di ieri nella cerimonia di apertura della Capitale italiana della cultura a Pesaro riferita al monito del pensiero unico. Concomitanza casuale ma ottima clava per formulare "un pensiero di allarme per quelli che hanno a cuore il pluralismo e il senso delle istituzioni".  
Intanto dalla comunità artistica è partita una lettera criticando aspramente l'inosservanza delle regole ma anche una procedura che non ha tenuto conto della possibilità di proporre una rosa di 5 nomi, della parità di genere e di guardare anche al futuro designando una figura giovane aperte alle nuove tendenze del teatro. A sottoscrivere la contrarietà si leggono i nomi di Matteo Garrone, Elio Germano, Lino Guanciale, Roberto Latini ma la lista, promettono, che crescerà di ora in ora. - (PRIMAPRESS)