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Scontro Digos Milano e Lilly Gruber per la definizione di “Polizia Politica” durante un’identificazione alla prima della Scala

Scontro Digos Milano e Lilly Gruber per la definizione di “Polizia Politica” durante un’identificazione alla prima della Scala
(PRIMAPRESS) - MILANO - È scontro tra la Digos di Milano e la giornalista de La7, Lilly Gruber dopo che quest'ultima ha definito "Polizia Politica" gli agenti di Milano dopo che questi sono intervenuti per identificare la perrsona che alla prima del Don Carlo alla Scala ha gridato "Viva l'Italia antifascista". Solo con "l'identificazione si è accertato che si trattava del giornalista Marco Vizzardelli che aveva urlato la frase subito dopo l'esecuzione dell'inno di Mameli. Normale procedura di sicurezza, dunque, per accertare che non si trattasse di situazioni di possibile pericolo. Ma Lilli Gruber a seguito di tale identificazione, ha etichettato la Digos di Milano come Polizia Politica. Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il primo sindacato di Polizia, sottolinea: “Mi rifiuto di credere che una giornalista esperta e preparata come Lilli Gruber non sappia che le Digos che operano in tutte le 106 Questure d’Italia non sono una polizia politica e men che mai partitica, quanto invece rappresentano le articolazioni periferiche della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, appartenenti al Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Sono lo Stato al servizio dei cittadini!”. 
“La Digos è il fiore all’occhiello della Polizia di Stato nella lotta al terrorismo e a garanzia di qualsivoglia turbativa dell’ordine e dellasicurezza pubblica. Esse operano prescindendo dal colore politico di chi siede negli scranni di Montecitorio e nel rispetto delle leggi che il Parlamento legifera. Alla Scala - tiene a precisare ancora Felice Romano - i poliziotti, come confermato dal giornalista stesso, hanno operato con grande garbo, educazione e discrezione, chiedendo semplicemente al cittadino i suoi documenti per capire se un ipotetico elemento di disturbo potesse trasformarsi in elemento di pericolo. E hanno operato a seguito di un obbligo di dovere d’ufficio per chi era comandato in quel servizio. Etichettare come politico, uncomportamento atto a preservare la sicurezza di tutti i cittadini è preoccupante se fatto in modo superficiale, mentre diventa pericoloso ed offensivo, se fatto con volontà”. A respingere l'incauta dichiarazione della Gruber sono anche Tiani (Siap) e Letizia (Anfp). - (PRIMAPRESS)