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Le dosi di vaccino di Figliuolo come i carri armati di Mussolini. L'attesa dei cinquantenni

Le dosi di vaccino di Figliuolo come i carri armati di Mussolini. L'attesa dei cinquantenni
(PRIMAPRESS) - ROMA - L’annuncio del Commissario per l’emergenza sanitaria, il generale Francesco Paolo Figliuolo, circa l’intenzione di utilizzare tutti i tipi di vaccini disponibili pur di accelerare la campagna di vaccinazione ha il sapore di una “manovra di emergenza” che rischia di incrinare la fiducia di quanti ancora aspettano la somministrazione della prima dose.  L’idea è di estendere AstraZeneca e Johnson&Johnson anche alle persone con meno di 60 anni. E poco importa se in altri paesi europei, con Danimarca in testa, hanno escluso dai loro piani vaccinali i prodotti delle due case farmaceutiche per i problemi di effetti collaterali trombotici. “L’Ema e l’Aifa hanno parlato di scarsa incidenza” si affretta a dire Figliuolo facendo suo il machiavellico “il fine giustifica i mezzi” ma che si addice più ad un plotone di soldati che ad intere categorie di cittadini che stanno attendendo ancora la prima dose. “I vaccini vanno impiegati tutti” aggiunge in maniera tranciante il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. Una dichiarazione che sembra confermare la preoccupazione che si avverte nel paese del forte ritardo sulla campagna sbandierata come una delle più veloci d’Europa. I 21 milioni di vaccini finora somministrati hanno messo in protezione enormi categorie di impiegati delle pubbliche amministrazione e delle forze dell’ordine e le categorie fragili di anziani tra i 70 e gli 89 anni. Meno considerate le fasce tra i 60 ed i 69 anni che ancora stanno completando la prima dose nella maggior parte delle regioni. Ancora in attesa, invece, molti cittadini in età lavorativa tra i 20 ed i 59 anni per i quali, se tutto va bene potrebbero vedere arrivare la prima dose a luglio. Analoga posizione per le fasce di giovani che rappresentano la cenerentola di questa campagna vaccinale pur essendo riconosciute come categorie di asintomatici ma che mettono a rischio proprio quella generazione di cinquantenni non ancora vaccinata. In un messaggio per il 160°anniversario della Fondazione dell'Esercito Italiano il presidente Mattarella ha espresso la sua "gratitudine"e"apprezzamento"ai militari per il loro lavoro nell’emergenza sanitaria”. E questo è un incontrovertibile dato di fatto.  Ma ciò che resta come dubbio feroce è che i vaccini non siano sufficienti e allora non si va più tanto per il sottile e anche AstraZeneca e Johnson&Johnson vanno utilizzati. - (PRIMAPRESS)