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TV: addio programmazione serale, il futuro prossimo è nella Ctv gratuita con pubblicità ma pertinente

  • di Paolo Silvestrelli
  • in Radio&Tv
TV: addio programmazione serale, il futuro prossimo è nella Ctv gratuita con pubblicità ma pertinente
(PRIMAPRESS) - MILANO - C’è un cambio di abitudini nella fruizione della programmazione televisiva che riguarda una fascia sempre più consistente di telespettatori e sopratutto nei segmenti under 25. A consolidare la sua posizione è la Connect Tv (ctv) in grado di connettersi ad internet e gestire la visione con i propri tempi. La CTV ha dato al pubblico il potere di controllare la propria esperienza in streaming. Attraverso lo studio “Press Play: CTV and Ads” IAS ha chiesto ai consumatori in US di valutare il loro utilizzo della CTV e la loro esperienza di streaming supportata dalla pubblicità. Il panorama pubblicitario su CTV è stato più lento ad evolversi. Le domande sulla misurazione e la standardizzazione hanno bloccato l’adozione e l’innovazione nel settore. Tuttavia nei mesi passati, con il maggior tempo trascorso in casa è aumentato anche il consumo e lo streaming di contenuti. Invece di fare zapping davanti al televisore tradizionale, l’88% dei consumatori utilizza dispositivi CTV per lo streaming di contenuti. Con i budget ridotti, i consumatori sono più ricettivi allo streaming di contenuti con annunci: il 91% degli utenti guarda una qualche forma di contenuto CTV supportato da pubblicità. Una indagine di Integral Ad Science Italia ha esplorato il rapporto dei consumatori di contenuti in streaming supportati da pubblicità. Secondo IAS, la maggioranza dei consumatori italiani (85%) sono disposti a guardare gli annunci per avere accesso a contenuti in streaming gratuiti. Otto italiani su 10 (80%) prevedono di iniziare a guardare i servizi in streaming gratuiti supportati da pubblicità nei prossimi 12 mesi. Più di uno su cinque (23%) ritiene che i brand che pubblicano annunci sulla CTV sono innovativi e creativi. Un consumatore italiano su quattro (25%) di solito guarda gli annunci fino alla fine durante lo streaming. Il targeting contestuale contribuisce nel favorire la visione dell'annuncio fino alla fine, con oltre la metà dei consumatori (62%) che desidera visualizzare un annuncio fino al completamento se è pertinente ai contenuti che sta guardando. Il video digitale e la CTV possono fornire un targeting avanzato e informazioni più dettagliate sui dati rispetto alla TV tradizionale. Di conseguenza, quasi un quinto dei consumatori italiani (17%) ha maggiori probabilità di ricordare gli annunci o di cercare prodotti e servizi di annunci quando vengono visualizzati durante lo streaming di video o la visione di CTV. Il costo è il fattore trainante per i consumatori italiani che passano ai servizi AVoD. Quasi due terzi dei consumatori (59%) vogliono risparmiare e quasi uno su quattro (24%) afferma di pagare già troppo per i servizi di streaming in abbonamento. Un terzo dei consumatori intervistati (33%) preferisce avere un’ampia scelta di contenuti, mentre quasi due su cinque (38%) ritiene che la possibilità di saltare determinati annunci sia il motivo principale per cui preferiscono i servizi di streaming gratuiti alla TV tradizionale. Annunci e interruzioni pubblicitarie più brevi differenziano i servizi di streaming dalla TV tradizionale, con più della metà dei consumatori (53%) che afferma che questo migliora la loro esperienza pubblicitaria. Il telefono cellulare è ancora uno dei dispositivi preferiti, infatti, tre su cinque dei consumatori intervistati (62%) dichiarano di usare il cellulare durante la visione dei servizi di streaming in un altro dispositivo. La stragrande maggioranza dei consumatori italiani (90%) ha accesso a un dispositivo CTV, con la smart TV usata da oltre tre quarti (77%), rispetto alle altre opzioni. Tre su cinque (63%) preferiscono guardare i contenuti video in streaming tramite queste smart TV. Tra i consumatori che hanno abbonamenti a pagamento, Netflix è il servizio di streaming preferito, con quasi due terzi dei consumatori italiani (67%) che hanno accesso alla piattaforma, seguito da Amazon Prime Video (62%), Disney+ (27%), Sky Go (21%), DAZN (21%), TIMvision (18%) e Infinity (16%). "In Italia, dallo scorso anno si è assistito ad un grande aumento nel consumo di contenuti digitali, offrendo agli inserzionisti una grande opportunità di raggiungere il proprio pubblico target,” commenta Elisa Lupo, Managing Director per Italia, Spagna e Portogallo di IAS. “La nostra ricerca Streaming Wars focalizzata sul mercato italiano mostra che i consumatori ora sono sempre più aperti alle opzioni video supportate da pubblicità, quindi spetta ai marketer soddisfare le esigenze dei consumatori, offrendo un'esperienza digitale piacevole e su misura, posizionando gli annunci in contesti appropriati. Gli inserzionisti italiani spendono sempre di più in video digitali e CTV, con i nuovi formati che diventano una delle opzioni preferite per le campagne pubblicitarie online. IAS è stato il primo partner a lavorare direttamente con i più grandi editori di video per verificare che gli annunci video siano visualizzabili, privi di frodi e sicuri per il brand quando vengono eseguiti su CTV.” - (PRIMAPRESS)