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Il Libano in ginocchio scava ancora tra le macerie. Oggi l'arrivo di Macron

Il Libano in ginocchio scava ancora tra le macerie. Oggi l'arrivo di Macron
(PRIMAPRESS) - BEIRUT - Il giorno dopo l’esplosione del porto di Beirut che ha provocato almeno 135 morti e 5000 feriti il paese inizia a contare le persone che ancora mancano all’appello dei dispersi e allo stesso tempo trovare una sistemazione per le oltre 300 mila persone che hanno perso la propria casa. Tutto questo nella rabbia di un paese e dello stesso presidente libanese Michel Aoun che ha chiesto agli organi supremi di giustizia di essere inflessibili con i colpevoli di questa strage fatta di incuria, abbandono e probabile corruzione. Da tutto il mondo arrivano messaggi di solidarietà al paese illuminando i propri monumenti simbolo con i colori della bandiera libanese: le piramidi in Egitto, le torri Bourg e Khalifa a Dubai, la torre Eiffel a Parigi e i palazzi di Tel Aviv in Israele. Oggi il presidente francese Emmanuel Macron, arriverà a Beirut per portare un messaggio di fratellanza con il paese ma come era stato già anticipato dalla stampa francese anche per portare solidarietà alle 11 vittime transalpine che hanno perso la vita nell’esplosione. Intanto più si scava nella vicenda della nave moldava arrivata nel 2015 nel porto libanese e più affiora la catena di inefficienze che hanno portato all’epilogo di ieri. Quel carico depositato nell’hangar del porto era una bomba chimica e non poteva essere lasciata lì per tutti questi anni. - (PRIMAPRESS)