Piano Biden da 400 mld di dollari per prestiti studenteschi. Il caso finisce alla Corte Suprema
- di RED-ROM
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - WASHINGTON – Un piano del presidente Joe Biden cancellerebbe con un solo colpo di spugna 400 miliardi di dollari destinati a prestiti studenteschi. Quella che da sempre è una misura dell'America progressista per far funzionare l'ascensore sociale consentendo anche a classi più disagiate di completare gli studi universitari e nei college. Ieri i conservatori della Corte Suprema hanno espresso profonde riserve sul piano del presidente Biden di cancellare la consistente cifra di 400 miliardi di dollari provocando un grave danno per oltre 40 milioni di studenti che hanno contratto il prestito.
Per più di tre ore, i giudici hanno messo sotto pressione l'avvocato che rappresenta l'amministrazione Biden con domande su come l'amministrazione ha elaborato il suo piano, se fosse giusto per gli americani che stanno rimborsando i loro prestiti e perché il Congresso non ha avuto voce in capitolo.
La decisione non solo avrà enormi conseguenze per decine di milioni di americani che avevano cercato di beneficiare del programma, ma potrebbe rimescolare l'equilibrio di potere tra il presidente, il Congresso e le corti federali, ostacolando le future amministrazioni dall'abbracciare unilateralmente le principali politiche nazionali. A giugno è attesa una decisione. - (PRIMAPRESS)
Per più di tre ore, i giudici hanno messo sotto pressione l'avvocato che rappresenta l'amministrazione Biden con domande su come l'amministrazione ha elaborato il suo piano, se fosse giusto per gli americani che stanno rimborsando i loro prestiti e perché il Congresso non ha avuto voce in capitolo.
La decisione non solo avrà enormi conseguenze per decine di milioni di americani che avevano cercato di beneficiare del programma, ma potrebbe rimescolare l'equilibrio di potere tra il presidente, il Congresso e le corti federali, ostacolando le future amministrazioni dall'abbracciare unilateralmente le principali politiche nazionali. A giugno è attesa una decisione. - (PRIMAPRESS)