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L'Albania verso l'ingresso nell'UE. Storia di Giorgio Castriota Scandeberg, l'eroe cristiano del paese musulmano dell'aquila bicefala

  • di Antonio Iannaccone
  • in Cultura
L'Albania verso l'ingresso nell'UE. Storia di Giorgio Castriota Scandeberg, l'eroe cristiano del paese musulmano dell'aquila bicefala
(PRIMAPRESS) - ROMA - L’Albania sta procedendo sempre più velocemente verso la possibile ammissione all’interno dell’Unione Europea. Importanti passi, come il riconoscimento della nomenclatura ufficiale di “Macedonia del Nord” del governo di Skopje da parte di Tirana, mostrano una via della distensione e un allontanamento dai sanguinosi tempi della guerra civile iugoslava. La possibile entrata nell’UE dell’Albania rappresenterebbe anche l’ingresso del primo Paese a maggioranza musulmana nell’Unione, con l’incognita di possibili inasprimenti delle relazioni con i Paesi a matrice cristiana ortodossa a cominciare dalla Serbia. L’Albania non è stata, però, sempre una nazione a predominanza islamica, dato che il suo eroe nazionale è uno dei più grandi guerrieri cristiani della storia: Giorgio Castriota Scanderberg, nominato “Atleta di Cristo” da papa Eugenio IV. Il comandante albanese nacque a Croia, nel cuore dell’Albania, da una famiglia nobile nell’anno 1405. L’Albania era stata soggetta al dominio ottomano a seguito della battaglia della Piana dei Merli del 1389, nella quale la coalizione di Serbi, Bosniaci, Albanesi e Cavalieri di Malta non riuscì nell’impresa di fermare l’invasore turco. Il giovane Castriota crebbe come vassallo del sultano, divenendo un suo fidato collaboratore, tanto da venirgli affidato il comando di un esercito con l’obiettivo di annientare una coalizione cristiana orbitante attorno alla corona d’Ungheria. Fu proprio in questa evenienza, nella battaglia di Nish del 1443, che l’albanese poté finalmente realizzare ciò che covava da tempo, ovvero un tradimento nei confronti del sultano per rigettare l’Islam e combattere per la libertà del popolo albanese contro l’invasore ottomano. Rapidamente Castriota riuscì a riunire sotto di sé tutti i signori dell’Albania centrale e settentrionale, per poi indire un incontro tra tutte le famiglie nobiliari all’interno della cattedrale di San Nicola della città di Alessio, all’epoca veneziana. L’incontro fu fruttuoso e portò alla nascita della Lega di Alessio il 2 marzo 1444, sancendo l’unificazione dell’Albania in Federazione, a capo della quale fu nominato lo stesso Scanderberg. L’Atleta di Cristo iniziò a riportare vittorie su vittorie, riuscendo nell’impresa di cacciare l’invasore turco, nonostante le forze albanesi fossero sempre in numero estremamente più esiguo. La capacità dell’Albania di restare coraggiosamente indipendente iniziò a venir meno a seguito della morte del suo più grande condottiero nel 1468. Le altre corone d’Europa non diedero mai un sostegno concreto alla causa del popolo albanese, condannando l’Albania alla caduta totale nel 1479, quando anche la roccaforte veneziana di Scutari fu conquistata dalle armate di Costantinopoli. Il definitivo trionfo ottomano provocò anche un grande esodo del popolo albanese, che trovò rifugio nelle regioni meridionali d’Italia, dando vita a una delle minoranze storiche italiane, che ancora oggi conta più di 100.000 abitanti che hanno conservato la propria religione, lingua, cultura ed etnia. Oggi l’Albania si trova ad un bivio tra un’eredità europea e cristiana, incarnate dalla propria cultura illirica e dalla figura di Giorgio Castriota e la sua componente musulmana. Lo stemma araldico dei Castriota rimane oggi il simbolo albanese per eccellenza, ovvero l’aquila nera bicefala che incarna perfettamente la posizione geografica dell’Albania: ad ovest essa guarda all’Europa, alla sua matrice etnica e culturale; mentre ad est essa guarda all’eredità religiosa islamica, lascito dell’invasore turco contro il quale molto sangue fu versato. - (PRIMAPRESS)