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Roma: lettera aperta di Marino, «io sindaco senza un euro»

(PRIMAPRESS) - ROMA - Mentre il Consiglio dei ministri si prepara questa mattina a varare una nuova norma salva-Roma, il sindaco della Capitale ignazio marino scrive al quotidiano "Il Tempo" una lettera per spiegare ai romani la sua posizione. Ieri il presidente del Consiglio matteo Renzi pur dichiarando "comprensibili" le angustie del sindaco aveva criticato i "toni" presi da Marino e in particolare la minaccia di bloccare la città a fronte alla mancanza conversione in parlamento del cecreto salva-Roma. "Caro direttore" inizia Marino, "è difficile scegliere da dove cominciare. Forse bisogna partire proprio da lì, dal cosiddetto Salva Roma. Mai nome fu meno appropriato per un decreto". Un iter tormentatissimo secondo la ricostruzione del sindaco, "A ottobre 2013, avevamo chiesto solo una norma che ci permettesse di chiudere un buco di 816 milioni di euro nel bilancio del Campidoglio, lasciatoci in eredità dall'amministrazione Alemanno" e precisamente "che il commissario Massimo Varazzani ci restituisse 485 milioni con cui i romani avevano finanziato l'avvio della gestione del debito storico". Ma poi "quel provvedimento, per volere di pezzi di Parlamento è stato gonfiato con decine di impegni di spesa che non avevano niente a che fare con la capitale (...) A quel punto, giustamente, il presidente della Repubblica ne ha chiesto e ottenuto la revoca". Poi il nuovo decreto del governo Letta che si è "incagliato a Palazzo Madama" per l'ostruzionismo del M5S di fronte al tentativo "di imporre al Campidoglio norme per la vendita di azioni Acea in cambio del suo via libera al decreto".
Quello del M5S viene stigmatizzato comunque da Marino come "un
comportamento irresponsabile" dettato dal "desiderio di creare un
problema al neonato governo Renzi alla improrogabile ricerca
delle soluzioni necessarie per Roma. Così ci hanno ricordato i
danni che può fare la cattiva politica". Ma, conclude il sindaco,
"Senza le norme di cui abbiamo chiesto
l'approvazione,Romarischia la paralisi: trasporti, raccolta
rifiuti e manutenzione urbana bloccati proprio mentre ci
prepariamo ad accogliere 5 milioni di pellegrini attesi per la
beatificazione di Papa Roncalli e Papa Wojtyla".
- (PRIMAPRESS)