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Alta tensione nelle acque siriane. L'Onu prigioniera dei veti incrociati

  • di RED-ROM
  • in Mondo
(PRIMAPRESS) - DAMASCO - Il cacciatorpediniere americano USS "Donald Cook", armato con missili Tomahawk, ha lasciato il porto cipriota di Larnaca e si sta dirigendo verso il Mediterraneo orientale, per portarsi nel raggio d'azione di Damasco.  La decisione degli Usa è arrivata dopo che il governo di Danasco avrebbe utilizzato armi chimiche che avrebbero ucciso molti civili a Duma.
La mobilitazione americana ha attivato uno stato d’allerta per tutte le forze del Mediterraneo ma anche per l’organizzazione europea per la sicurezza dei voli civili perché non è esclusa una minaccia missilistica nelle prossime ore. La tensione è salita notevolmente dopo le dure parole di Trump che ha promesso una reazione forte. Dello stesso parere è il presidente francese Emmanuel Macron che si è sentito con Trump.In tutto questo c’è l’ormai incapacità dell’Onu di gestire i veti incrociati e le diverse anime all’interno dell’organizzazione. Intanto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha accusato gli Stati Uniti, insieme ad altri Paesi di aver adottato "una posizione non costruttiva" e di "rifiutare a priori di guardare negli occhi la realta'". La Cina invece si oppone a qualsiasi risposta militare "impulsiva". Mosca, dal canto suo, ha letto la mossa dell’invio del cacciatorpediniere americano nelle acque siriane come un’intimidazione tanto che i Mig35 russi hanno effettuato sorvoli perlustrativi sulla nave a stelle e strisce.Il Consiglio di sicurezza ha respinto una bozza di risoluzione preparata dalla Russia, in cui si proponeva l'avvio di un'inchiesta sulle armi chimiche in Siria. Il meccanismo proposto, però, non avrebbe avuto i requisiti di indipendenza richiesti dall'Occidente, che a sua volta aveva proposto in un'altra bozza un diverso meccanismo di inchiesta su quanto accaduto a Duma ma su cui Mosca ha posto il veto. - (PRIMAPRESS)