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Tumori: a ‘Che tempo che fa’ di Fazio, Giuseppe Curigliano (IEO), parla dei farmaci che eludono il mimetismo

Tumori: a ‘Che tempo che fa’ di Fazio, Giuseppe Curigliano (IEO), parla dei farmaci che eludono il mimetismo
(PRIMAPRESS) - MILANO - “È stato un impatto eccezionale [quello dei farmaci immunoterapici]: la possibilità di eludere il mimetismo dei tumori, in fondo si mimetizzano, dà la possibilità di avanzare e di bloccare la progressione tumorale e di guarire alcuni pazienti. Si tratta di diversi farmaci immunoterapici che sono in grado di distruggere questi check-point, di far regredire il tumore, migliorare la sopravvivenza dei pazienti e di guarire anche alcuni pazienti metastatici”. Così Giuseppe Curigliano, Direttore della Divisione di Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative dello IEO e professore Ordinario di Oncologia Medica presso l’Università di Milano, sull’impatto dei nuovi farmaci immunoterapici a Che tempo che fa sul NOVE al programma di Fabio Fazio. Sul perché alcuni pazienti guariscono a e altri no: “Perché dipende molto dalla capacità dei tumori di farsi riconoscere dal sistema immunitario. Alcuni tumori sono molto più furbi, altri hanno una maggiore capacità di mimetizzarsi, altri invece esprimono maggiormente quelli che noi chiamiamo antigeni e possono essere meglio riconosciuti dal nostro sistema immunitario”. Sulle immunoterapie: “Se noi parliamo di immunoterapia, siamo in grado di guarire alcuni tumori anche nella fase metastatica. Parliamo di melanomi, che possono essere guariti anche nel settimo metastatico. Io ho avuto esperienza personali anche di pazienti con altre forme tumorali particolarmente immunogeniche del distretto testa-collo, del rene, della vescica che possono essere guariti con l’immunoterapia. In fondo se dopo 4, 5 o 7 anni non hanno più ripresa di malattia, si può concludere con un certo ottimismo che questi pazienti sono guariti”. Sull’aumento della spesa per i farmaci oncologici: “Penso che l’aumento sia legato al fatto che gli immunoterapici si sono spalmati nella cura di tutti i tumori solidi. Non c’è singola patologica in cui non si sia dimostrato che l’immunoterapia può avere un impatto. I farmaci hanno un valore quando salvano vite, di recente è stato approvato un farmaco per il tumore mammario in fase precoce, in triplo negativo. Questo farmaco ha la capacità, insieme alla terapia standard, di aumentare la probabilità di scomparsa completa del tumore in fase pre-operatoria. Questo significa che aumenta le chance di poter guarire le donne, quindi c’è un ”valore”. Quindi il fatto che più patologie abbiamo la rimborsabilità per gli immunotropici spiega potenzialmente questo aumento”. Sulla combinazione dell’immunoterapia con gli anticorpi coniugati: “La combinazione dell’immunoterapia con gli anticorpi coniugati, che hanno la capacità di legarsi alla cellula tumorale e di distruggerle in maniera selettiva, induce una maggiore sensibilità all’immunoterapia, quindi la combinazione di questi due farmaci è trasformativa. Basti pensare che nell’ultimo congresso che abbiamo avuto a Madrid della Società europea per l’oncologica medica sono stati presentati i dati sui tumori alla vescica dove la combinazione di un anticorpo coniugato con il pembrolizumab ha raddoppiato la sopravvivenza. Noi abbiamo usato per trent’anni la chemioterapia, questo significa guadagnare vita e aumentare le probabilità di guarigione. Questo penso che sia una delle finestre per il futuro. Il futuro nasce dall’innovazione, dalla ricerca e la ricerca porta sempre a scoperte sorprendenti. Non bisogna mai smetter e di farla”. - (PRIMAPRESS)