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Alla ricerca dell'arte contemporanea perduta in un libro di Ludovico Pratesi

  • di RED-ROM
  • in Cultura
(PRIMAPRESS) - ROMA - “Perchè l’Italia non ama più l’arte contemporanea” , in un libro provocazione, edito da Castelvecchi, che verrà presentato martedì 7 novembre alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l’autore Ludovico Pratesi si pone degli interrogativi a partire da come mai non abbiamo una grande collezione nazionale dedicata all’arte di oggi. Il critico rileva che alla fine dell’Ottocento l’Italia, unita da poco più di vent’anni, lanciò la prima Biennale d’arte contemporanea a Venezia, diventata la più importante del mondo. Un gesto coraggioso che però non ha avuto altro seguito. Sta di fatto, come rileva Pratesi, che all’alba del XXI secolo, il nostro Paese non possiede un grande museo degno di competere con la Tate Modern, il Moma o il Pompidou; non è riuscito a sostenere la carriera dei migliori artisti italiani delle ultime generazioni, e sembra riconoscere fama e prestigio solo all’arte del passato. “Come mai l’Italia odia l’arte contemporanea?” si chiede ancora Pratesi. Perché non sappiamo promuovere i nostri giovani talenti sulla scena internazionale? Domande a cui Pratesi tenta di dare delle risposte ma anche indicando suggerimenti per individuare, in Italia, un nuovo rapporto con l’arte del nostro tempo. - (PRIMAPRESS)