Washington: l'inconsueto viaggio in sette nazioni del Segretario di Stato, Mike Pompeo nel nome di Trump
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - WASHINGTON - Donal Trump non molla e non solo sull’annunciata battaglia legale pe i brogli elettorali ma anche nella rinuncia alla politica estera a fine del suo mandato. E’ così che il segretario di Stato di Trump è partito per un giro in Europa e Medioriente per incontrare capi di stato e premier anche se molti di questi si sono già congratulati con Joe Biden per la sua vittoria. Intanto le Autorità federali e statali statunitensi riferiscono di non aver rilevato "nessuna prova" di brogli con schede perse o alterate alle presidenziali,come invece denunciato dal presidente Trump che si rifiuta di concedere la vittoria al democratico Biden.Le stesse autorità aggiungono che le elezioni del 3 novembre scorso sono state le più sicure della storia americana, contraddicendo le accuse di elezioni fraudolente da parte di Trump e del suo entourage. Mark Zuckerberg, Ceo di Facebook, parla di "elezioni fondamentalmente oneste". E questa potrebbe essere la parola fine alla guerra annunciata da Trump sui brogli. Ed ecco che il viaggio di Pompeo in sette nazioni mira a rafforzare le priorità dell'amministrazione Trump uscente, in particolare le sue politiche anti-Cina e Iran, e includerà visite agli insediamenti israeliani in Cisgiordania,che sono state evitate dai precedenti segretari di Stato. Il motivo di questa mossa appare incomprensibile se non per una sua possibile ricandidatura alla Casa Bianca tra quattro anni. - (PRIMAPRESS)