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Teleriscaldamento, il Ministero dello Sviluppo Economico sembra non crederci

  • di RED ROMA
  • in Ambiente
(PRIMAPRESS) - ROMA – Il settore delle energie da fonti rinnovabili sembra non trovare pace, nei giorni scorsi a gettare altra nebbia in un contesto che avrebbe bisogno di certezze per svilupparsi, ci hanno pensato le dichiarazioni del viceministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, arrivate durante il convegno organizzato da AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano) dal titolo “Il teleriscaldamento: nuove regole per lo sviluppo”. A preoccupare di più la FIPER (Federazione Italiana Produttori Energia da Fonti Rinnovabili) è la presa di posizione di De Vincenti in merito alla presunta competitività del teleriscaldamento in aree non metanizzate, esclusivamente in funzione dell’elevato costo del gasolio, che potrebbe fungere anch’esso da sostituto al gas. De Vincenti Claudio “Credo che il Viceministro non conosca la realtà del teleriscaldamento delle aree non metanizzate – ha commentato il presidente Fiper Walter Righini - in particolare della zone montane; mettere in discussione la competitività del teleriscaldamento a biomassa, confermata dalla stessa indagine conoscitiva dell’Antitrust, significa non valutare le esternalità positive che questi impianti producono sul territorio attraverso l’approvvigionamento di biomassa dalla gestione dei boschi e dalla manutenzione del territorio. L’impressione purtroppo è che il viceministro consideri competitivo il teleriscaldamento solo se il combustibile impiegato è il metano. Altrimenti come giustificare la richiesta di determinazione delle tariffe da parte dell’AEEGSI in zone non metanizzate, mentre per i grandi centri urbani risulta non prioritario? Ci auspichiamo che nel tavolo di concertazione con gli operatori promesso dal viceministro durante il convegno si possano risolvere questi elementi di criticità per recepire concretamente l’indicazione della Direttiva europea che promuove il teleriscaldamento abbinato a fonti rinnovabili presenti sul territorio”. L’appuntamento di Milano, organizzato in collaborazione con Federutility ed Energy Lab, si era svolto fino a quel momento in un clima di confronto nonostante le divergenze tra i due approcci diversi di regolamentazione del teleriscaldamento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI). Riguardo lo sviluppo del teleriscaldamento, in particolare quello abbinato all’impiego delle biomasse, De Vincenti ha quindi invocato la necessità di norme “certe e stabili” dichiarando allo stesso tempo che non ci sono i tempi per la messa a punto di una legge quadro di settore. Il Ministero avrebbe quindi deciso di trasferire parte della competenza di regolamentazione del servizio ad AEEGSI. “Il problema sulla qualificazione del servizio risale al 2008 – ha dichiarato ancora Walter Righini - quando si sono aperti i primi contenziosi tra gestori di impianti e i Comuni; il MISE avrebbe potuto predisporre la legge quadro già nel 2011 in concomitanza con l’emanazione del decreto attuativo sulla gestione della modalità di funzionamento del fondo di garanzia a favore della realizzazione delle reti, decreto peraltro mai pubblicato! Invece ha sempre temporeggiato, in attesa degli esiti dell’indagine conoscitiva dell’Antitrust, pubblicata lo scorso 7 marzo 2014: peccato che poi non abbia recepito le indicazioni dell’Antitrust, nonostante il lavoro di indagine e accurata analisi svolto dall’Autorità stessa durato circa due anni”. - (PRIMAPRESS)