Giornata Mondiale dei Sogni: disegnare il futuro partendo da un buon sonno
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - ROMA - Il 25 settembre, si celebra la Giornata Mondiale dei Sogni, un'occasione speciale per riflettere sui nostri desideri e aspirazioni. Il fine di questa ricorrenza è quello di spronare i sognatori di tutto il mondo a credere nel proprio potenziale e a lavorare per realizzare i loro obiettivi ed ecco perchè il
Quest'anno il claim scelto è “Dreams For The Future” (sogni per il futuro). L’invito è volto a incoraggiare le persone a sognare in grande per il futuro, cercando di costruire un domani migliore. Un buon sonno, dicono gli esperti, aiuta anche a ricordare i sogni. Quando sogniamo di meno? Gli esperti della Medicina del Sonno sostengono quando ci depriviamo di ore di riposo per lavoro, per divertimento o per necessità. Succede allora che le parti del sonno in cui si sogna si riducono e di conseguenza anche la nostra capacità di sognare. Per gli antichi Greci i sogni erano figli del sonno. Essi associavano la loro comparsa all’intervento del dio Morpheus, figlio di Ipnos, dio del sonno, e di Nyx, dea della notte. Di tutte le definizioni che nei secoli a venire si sono succedute, questa sembra essere la più vera. A confermare questo indiscusso legame ci si è messa anche la scienza moderna. Nel 1953 due ricercatori americani, Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman, scoprirono che oltre alla veglia e al sonno gli esseri umani vivevano anche un’altra dimensione, il sonno REM (Rapid Eye Movement). Durante il sonno REM, il nostro organismo oltre a dormire svolge molte altre attività. Tra queste, annulla il tono dei muscoli, attiva il cervello, muove rapidamente i bulbi oculari, fa variare i battiti del cuore e la frequenza del respiro. - (PRIMAPRESS)
Quest'anno il claim scelto è “Dreams For The Future” (sogni per il futuro). L’invito è volto a incoraggiare le persone a sognare in grande per il futuro, cercando di costruire un domani migliore. Un buon sonno, dicono gli esperti, aiuta anche a ricordare i sogni. Quando sogniamo di meno? Gli esperti della Medicina del Sonno sostengono quando ci depriviamo di ore di riposo per lavoro, per divertimento o per necessità. Succede allora che le parti del sonno in cui si sogna si riducono e di conseguenza anche la nostra capacità di sognare. Per gli antichi Greci i sogni erano figli del sonno. Essi associavano la loro comparsa all’intervento del dio Morpheus, figlio di Ipnos, dio del sonno, e di Nyx, dea della notte. Di tutte le definizioni che nei secoli a venire si sono succedute, questa sembra essere la più vera. A confermare questo indiscusso legame ci si è messa anche la scienza moderna. Nel 1953 due ricercatori americani, Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman, scoprirono che oltre alla veglia e al sonno gli esseri umani vivevano anche un’altra dimensione, il sonno REM (Rapid Eye Movement). Durante il sonno REM, il nostro organismo oltre a dormire svolge molte altre attività. Tra queste, annulla il tono dei muscoli, attiva il cervello, muove rapidamente i bulbi oculari, fa variare i battiti del cuore e la frequenza del respiro. - (PRIMAPRESS)