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Jelinic (Fiavet): "La agenzie di viaggio fuori dal decreto Ristori Bis". Lo Stato si è ricordato dei sexy-shop

  • di RED-ROM
  • in Economia
Jelinic (Fiavet): "La agenzie di viaggio fuori dal decreto Ristori Bis". Lo Stato si è ricordato dei sexy-shop
(PRIMAPRESS) - ROMA - Qual è una delle voci più importanti dell’economia in Italia al netto del Covid? Il Turismo è la risposta che la maggior parte del paese è in grado di dare. E’ un comparto che vale il 13% del Pil e ha in dote oltre 10 mila imprese con circa 80 mila occupati con una presenza femminile che sfiora il 72% del balance di genere. Una posizione che nel momento di emergenza sanitaria caratterizzata dal coronavirus avrebbe dovuto spingere il Governo a preservare questa risorsa. “Lo Stato, invece, se ne è dimenticato”, commenta con amarezza la presidente di Fiavet, Ivana Jelinic commentando l’assenza della categoria dal decreto Ristori Bis appena varato dall’esecutivo. 
«Siamo stati pazienti fino all’ultimo, ma ora è il momento di dire basta – afferma la presidente di Fiavet, Ivana Jelinic -. Abbiamo avuto la comprensione per tutti i settori in difficoltà, perché il turismo, che ha perso quest’anno 23 miliardi di euro secondo l’ultima indagine Demoskopika, vive e coinvolge un indotto smisurato, ed ha a cuore molti settori paralleli, ma adesso siamo al colmo«.
Fiavet dopo mesi di dialogo, audizioni in Parlamento, riunioni partecipate, assemblee condivise con le Istituzioni, ha visto sparire i codici Ateco delle agenzie di viaggi dal Decreto Ristori, e aveva la speranza fondata, quasi la certezza, di vederle inserite nel Ristori Bis dove ai primi 53 codici Ateco si sono aggiunti altri 57 ammessi ai contributi a fondo perduto tra il 100 e il 200%. E invece niente.
Ma l’amarezza più grande arriva dalle decisioni incomprensibili prese dal Governo e probabilmente dal ministro Dario Franceschini perché in decreto sono entrati i sexy shop, i tatuatori, e i dogsitter, dimenticando il turismo che rappresenta un asset del Paese.
Fiavet sottolinea che le agenzie di viaggi, anche aperte, non producono nessun profitto perché ovviamente i viaggi sono fermi. Ma, in compenso gli operatori si preparano a versare, come se nulla fosse accaduto in questo 2020,  le tasse, i contributi, la rata IMU, e tanti altri oneri per migliaia di euro. - (PRIMAPRESS)