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Fedarlinea: nel 2020 serviranno profili qualificati nel trasporto marittimo

(PRIMAPRESS) -
ROMA - "Più politica che guidi le imprese perché le imprese possano sviluppare economia", con questa esortazione Michele Ruggeri, Amministratore di Fedarlinea, la federazione che riunisce le società armatoriali, ha aperto il primo workshop nazionale dedicato all'innovazione tecnologica nel cluster marittimo che si è tenuto nella sala delle conferenze di Confcommercio a Roma. "L'innovazione dei modelli di logistica ed il coordinamento strategico del settore nelle modalità di trasporti - ha continuato Ruggeri - è l'obiettivo primario ed il ruolo che Fedarlinea intende perseguire con i nostri associati e i partner. Ne vale la pena considerando che stiamo parlando di un settore che vale 41 miliardi incidendo per il 3% sul PIL nazionale".
Un settore fortemente internazionalizzato che negli anni ha visto l'interesse degli Stati per le flotte di bandiera ma che ha messo in evidenza un progressivo invecchiamento della forza lavoro come emerge dalla ricerca presentata da Andrea Appetecchia dell'Isfort: "Si prevede che nel 2020 ci sarà la necessità di un ricambio di circa il 7% di profili qualificati in considerazione che più del 40% degli ufficiali imbarcati ha più di 45 anni".
Radiografando la realtà italiana le cifre parlano di 5 milioni di occupati con una media di 5 occupati per ogni tonnellata spostata. "Numeri interessanti ma che richiedono maggiore coordinamento del settore del mare - ha sostenuto Eugenio Patanè, Consigliere regionale del Lazio.Come cabina di regia della Regione stiamo spingendo soprattutto su formazione ed innovazione. È un settore di grande importanza per l'economia della regione che ha grandi prospettive di crescita per il trasporto marittimo turistico".
Le grandi modalità delle strade su gomma e ferro sono una risorsa ma il mare resta una delle reti di sviluppo dei trasporti come ha sottolineato Paolo Uggé, vice presidente di Confcommercio nel suo saluto ai lavori del workshop romano. "La strategicità delle autostrade del Mare deve essere posta al centro dell'attenzione della governance del Paese - ha detto Uggè - per risalire quel 47 posto nella classifica dei paesi misurati con gli indici di sistema delle aree di sviluppo. Siamo cioè dietro la Turchia con procedure burocratiche doganali degne del Regno delle Due Sicilie e infrastrutture portuali e stradali per il trasporto merci inadeguate sono le ragioni della nostra posizione e senza scelte politiche adeguate un settore che il ministero dello Sviluppo economico colloca al terzo posto (solo dopo costruzioni e agroalimentare) nelle 17 filiere che rappresentano l’80 per cento della struttura economica del Paese".
Dal workshop un coro unanime di richieste per la semplificazione di norme troppo diverse da regione a regione che allungano i tempi di intervento e le decisioni. Un tema caldo già all'attenzione di questo Governo ma ancora con risposte da dare alle imprese. - (PRIMAPRESS)