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Scuola: oggi in 60 piazze la contestazione contro il piano 2020-21 della ministra Azzolina

(PRIMAPRESS) - ROMA - Contro il Piano Scuola 2020-21 proposto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si è scatenato tutto il mondo dell’insegnamento. Non riuscire a mettere d'accordo famiglie, alunni e docenti non è impresa da poco. Il risultato del mancato ascolto nelle fasi preparatorie del piano stesso ha portato ad una visione parziale delle soluzioni per una ripresa efficiente dopo il lockdown. Il risultato è che oggi 25 giugno, in oltre 60 piazze italiane si leverà la protesta. La bozza del contestato piano, appena diffusa ieri ha creato i malumori. I presidi contestano che "non contiene indicazioni operative né definisce livelli minimi di servizio ma si limita a elencare le possibilità offerte dalla legge sull'autonomia, senza assegnare risorse ulteriori e senza attribuire ai dirigenti la dovuta libertà gestionale". Lo afferma in una nota il presidente nazionale dell'Anp, Antonello Giannelli.  Sempre oggi è attesa la versione definitiva che, vista la bagarre che si è scatenata contro la ministra, ha visto il soccorso del governo per aprire qualche spiraglio su strumenti di flessibilità. Secondo quanto stabilito al momento la frequenza scolastica avverrà in turni differenziati, la classe potrà essere differenziata in più gruppi di apprendimento o moduli di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; l'estensione del tempo scuola settimanale alla giornata di sabato, ove non già prevista, sarà deliberata dagli organi collegiali competenti. L'attività didattica a distanza resterà, ma solo in misura marginale e solo per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Tra i punti anche quella che è stata definita Corresponsabilità educativa. L'offerta formativa per gli studenti sarà ampliata guardando a ciò che c'è nei territori. Ciò significa che Enti locali, istituzioni pubbliche e private, realtà del terzo settore e scuole si impegnano a sottoscrivere specifici accordi per "favorire la messa a disposizione di altre strutture e spazi", oltre le scuole, ad esempio "parchi, teatri, biblioteche, cinema, musei, al fine di potervi svolgere ulteriori attività didattiche o alternative a quelle tradizionali, volte a finalità educative. La Scuola dell'infanzia prevede l'uso di mascherine non è previsto per i minori di sei anni e i dispositivi di protezione per gli adulti (per i quali sono raccomandabili l'utilizzo di visierine 'leggere' e, quando opportuno, dei guanti di nitrile) non devono far venire meno la possibilità di essere riconosciuti e di mantenere un contatto ravvicinato con i bambini piccoli e tra i bambini stessi". Per quanto riguarda l'orario di ingresso dei bambini, si sottolinea che già ora avviene in una "fascia temporale aperta (dalle 7.30 alle 9), fascia che potrà essere adeguata alle nuove condizioni, programmata e concordata con i genitori. Analogamente potrà avvenire per le fasce di uscita, al termine dell'orario scolastico". La refezione scolastica va garantita a tutti gli aventi diritto, con soluzioni differenti per ciascuna scuola. I locali dove i minori mangiano dovranno essere puliti in modo approfondito e si potrà effettuare la refezione "in due o più turni, al fine di non consentire oltre il dovuto l'affollamento dei locali ad essa destinati". Il capitolo Distanziamento dovrà prevedere che in ogni scuola sarà necessaria la riorganizzazione degli spazi "per evitare raggruppamenti o assembramenti, e garantire ingressi, uscite, deflussi e distanziamenti adeguati in ogni fase della giornata scolastica per alunni, famiglie, personale scolastico e non scolastico". In particolare le istituzioni scolastiche interessate da un servizio di trasporto appositamente erogato per la mobilità della scuola, comunicano all'ente competente gli orari di inizio e fine delle attività scolastiche. È di un metro il distanziamento da attuare nelle singole istituzioni scolastiche, come indicato dal Comitato tecnico scientifico (Cts) nel Documento del 28 maggio scorso. Il Piano scuola consegnato dal ministero non convince i presidi. Per il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, si tratta di "un documento alquanto generico. Ci aspettavamo maggiore concretezza. Afferma cose condivisibili, come quelle sull'autonomia delle scuole, ma poi non dà gli strumenti per realizzarle". - (PRIMAPRESS)