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Energia, teleriscaldamento a biomassa: Fiper chiede normativa chiara

(PRIMAPRESS) - TRENTO – “Senza una normativa quadro chiara gli investimenti stentano a decollare e invece il teleriscaldamento a biomassa ha grandissime potenzialità di sviluppo” questo il messaggio lanciato da Walter Righini, Presidente di Fiper (Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili), al convegno “Spazio Alpino e Bio-energie” organizzato venerdì 27 marzo all’Università di Trento. Se non bastasse, ricorda ancora Righini, “Ci sono 801 Comuni in Italia non metanizzati che potrebbero essere teleriscaldati. La filiera bosco-legno-energia presidia il territorio, crea lavoro permanente, previene i dissesti idrogeologici e produce energia pulita. RICICLO RIFIUTI L’appuntamento trentino era stato pensato dalla Fiper proprio per fare il punto sul teleriscaldamento a biomassa in ambienti di montagna e individuare gli ostacoli normativi e di politica energetica che in qualche modo stanno frenando la sua crescita potenziale. Il dibattito politico istituzionale che ha aperto i lavori, cui hanno preso parte Mauro Gilmozzi, Assessore all’Ambiente della Provincia Autonoma di Trento; Massimo Mucchetti, Presidente Commissione  Attività Produttive del Senato; Enrico Borghi, relatore Legge sulla Montagna; Albert Plangger, Commissione Affari Camera; e Vittorio Prodi, Commissione Ambiente EU; ha fatto emergere chiaramente alcuni paradossi tipici del nostro sistema paese. Tra gli altri argomenti è emersa l’opportunità di sostituire alla logica dell’incentivazione una seria programmazione, che renda sostenibile la filiera biomassa-energia da un punto di vista territoriale e culturale attraverso un percorso di costruzione industriale. “Come Fiper – ha sottolineato ancora Righini, fresco di rielezione a presidente – siamo da sempre impegnati nella realizzazione di impianti di piccola taglia in stretto collegamento col territorio. Ma a livello nazionale manca una legge quadro sul teleriscaldamento e in questa incertezza normativa gli investimenti sono frenati. La rete del teleriscaldamento è una infrastruttura strategica e multiservizi per il territorio, se pensata con lungimiranza consente di essere sfruttata per altri servizi di pubblica utilità come ad esempio il passaggio dei cavi per  il collegamento alla Banda Ultra Larga. Questo sta già avvenendo a Tirano utilizzando la rete della TCVVV Spa”.  Sotto la lente di ingrandimento anche l’attualità con i recenti disagi creati dal maltempo in Versilia con centinai di alberi abbattuti dal vento da rimuovere con urgenza. “E’ l’ennesimo episodio – ha sottolineato ancora Righini – del fatto che in Italia le cose si muovono solo quando c’è un’emergenza ambientale. Le piante cadute in Versilia secondo l’attuale normativa sui sottoprodotti a fini energetici sarebbero rifiuti, quindi  non utilizzabili come biomassa. Però l’ARPAT  Toscana con una lettera è intervenuta dicendo che in questo caso, vista l’urgenza e lo stato di emergenza, si possono utilizzare. Occorre fare chiarezza a livello legislativo e come Fiper sollecitiamo da anni il Ministero a risolvere il problema una volta per tutte facendo in modo che i Comuni invece di avere un costo di smaltimento possano avere un’entrata economica”. A conclusione del convegno la presentazione in anteprima del  libro realizzato dalla FIPER “Biomasse legnose: petrolio verde per il teleriscaldamento italiano”, un pubblicazione realizzata con importanti contributi scientifici che indica un percorso utile per chi vuol meglio capire e condividere un nuovo modello di sviluppo alternativo alle fonti fossili e promuoverlo sul proprio territorio. - (PRIMAPRESS)