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Saldi, numeri illusori. Premuti: “Liberalizziamoli totalmente per aiutare i piccoli commercianti”

  • di RED COM
  • in Economia
(PRIMAPRESS) - ROMA - I saldi stanno funzionando o no? Nella giostra dei numeri sparati in questi giorni si rimane piuttosto storditi. Allora, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. L’anticipo della stagione dei saldi al 3 gennaio, nella maggioranza delle regioni italiane, ha effettivamente portato un po’ di ossigeno agli esercenti, che avevano subito forti cali delle vendite nei mesi di ottobre e novembre. Secondo Federmoda, dopo il weekend di saldi “in tutta Italia le vendite sono state stabili o in lieve crescita rispetto allo scorso anno”. Con “moderato ottimismo”, il Segretario Generale Massimo Torti parla di “un segnale di speranza” perché “per la prima volta non registriamo un segno meno”. In effetti, in particolare a Milano, i negozianti di abbigliamento, calzature, pelletteria, articoli sportivi hanno avuto un aumento del 4% delle vendite durante i saldi: “Leggermente positivi − precisa Torti − i dati di Bari, Venezia, Genova, Torino; stabili a Roma e Firenze”. “Non vogliamo smorzare l’entusiasmo dei negozianti – commenta Fabrizio Premuti, Presidente di Konsumer Italia – ma questi dati sono relativi all’ultimo fine settimana delle feste natalizie prima dell’Epifania, e hanno anche beneficiato di un calendario favorevole con un ponte lungo. Ci riserviamo di esprimere giudizi alla fine della stagione dei saldi, ma, purtroppo, le nostre stime nel lungo periodo non sono positive: non vogliamo accodarci a tutti quelli che si lanciano in numeri e cifre, però constatiamo quotidianamente l’enorme sofferenza delle famiglie, angosciate sul come far fronte a spese e bollette. Spesso al loro interno c’è un padre, o una madre, o un figlio che è senza lavoro; difficile che possano permettersi i saldi”. L’acquisto medio a famiglia di 336 euro per i saldi invernali stimato (o auspicato) dall’Indagine sui consumatori Confcommercio-Format ricerche sembra molto lontano dal potersi raggiungere. Anche perché a tenere su gli acquisti in questo primo periodo ci hanno pensato i turisti stranieri che hanno affollato le città d’arte; mentre gli Italiani si sono concentrati negli outlet e nei centri commerciali, a scapito dei piccoli negozi. Konsumer Italia ed ACU rinnovano la solidarietà ed il proprio impegno in favore delle piccole imprese, delle botteghe e dei piccoli commercianti che stanno pagando il prezzo più caro della crisi: “Nell’era delle liberalizzazioni – conclude Premuti – liberalizziamo anche i saldi con più finestre nel corso dell’anno, fino ad una liberalizzazione totale. Ormai non ha più senso che ci siano i saldi e quando non ci sono arrivano gli sconti. Inoltre, non dimentichiamo che per anticiparli di 3 giorni ci sono volute riunioni straordinarie di giunte regionali, con i relativi costi a carico della collettività. Lasciamo liberi gli esercenti di scegliere, potrebbe essere un modo per aiutarli e per rilanciare i consumi”.
- (PRIMAPRESS)