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A Roma la 7a edizione del Digital Pharma Europe

A Roma la 7a edizione del Digital Pharma Europe
(PRIMAPRESS) - ROMA - E’ in corso a Roma, presso l’Hotel Eurostars Roma Aeterna, la settima edizione del Digital Pharma Europe, convegno internazionale dedicato al tema dell’eHealth. L’evento, della durata di tre giorni, è frutto della partnership tra Exl Events e Merck Serono S.p.A., affiliata italiana di Merck KGaA. 

All’iniziativa prendono parte oltre centocinquanta top manager del farmaceutico, provenienti da venticinque diverse nazioni.

L’eHealth, ovvero, secondo la definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “…L’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a sostegno del settori della sanità e relativi alla salute, tra cui l’assistenza sanitaria, la ricerca, l’educazione alla salute e la sorveglianza sanitaria”1, è una realtà in continua crescita ed evoluzione.

La sua dimensione di mercato a livello mondiale si attesta tra i 96 e i 160 miliardi di dollari2.  Solo in Europa l’eHealth vale oltre 15 miliardi di Euro con un tasso di crescita annua del 3%3.

I campi di applicazione dell’eHealth sono molteplici: si pensi solo alle cartelle cliniche elettroniche, all’informazione medico scientifica, alla telemedicina, alle applicazioni mobili, ai siti internet di educazione alla salute, ai network per la condivisione di dati utilizzati dai ricercatori.

“La pervasività del digital in ambito Healthcare ha radicalmente modificato gli scenari ed il modus operandi di tutti gli attori del sistema salute - spiega Antonio Messina, Presidente ed Amministratore Delegato di Merck Serono S.p.A., relatore al Digital Pharma Europe -. Oggi una realtà come la nostra, che si pone l’obiettivo di rispondere con soluzioni innovative ai bisogni dei suoi interlocutori, che siano essi medici o pazienti, non può dedicarsi solo ed unicamente alla ricerca e sviluppo di nuovi farmaci sempre più efficaci.  Dobbiamo essere un “Healthcare provider” a 360 gradi, capace di adottare la tecnologia per rispondere alle esigenze terapeutiche ancora insoddisfatte”.

L’impegno di Merck Serono nello sfruttare le potenzialità del digitale conferma le dichiarazioni dell’AD: l’azienda mette a disposizione già da anni dispositivi elettronici per l’autosomministrazione dei suoi farmaci per i disturbi della crescita e la sclerosi multipla. Tali strumenti permettono inoltre di registrare elementi relativi all’assunzione del farmaco da parte del paziente, e di condividerli con il medico attraverso una piattaforma on line, consentendo così allo specialista di monitorare l’aderenza alla terapia. Per supportare i pazienti nell’utilizzo di questi dispositivi, Merck Serono fornisce inoltre un servizio di assistenza tecnica e mette a disposizione degli iscritti specifici siti web, attraverso i quali,   questi ultimi  possono richiedere gratuitamente i materiali di supporto per l’autosomministrazione.

“Siamo stati pionieri nello sviluppo dei dispositivi elettronici di autosomministrazione – continua Messina – ma non ci siamo fermati a questo. Le iniziative “digital” di Merck Serono S.p.A. sono davvero tante e variegate. Stiamo esplorando le possibilità offerte dai supporti digitali per l’informazione scientifica; abbiamo lanciato App per tablet e smartphone per finalità molto diversificate e siti Internet di disease awareness destinati ai pazienti ed ai loro familiari. Al momento abbiamo in essere circa 30 progetti digitali”.

Il contesto in cui Merck Serono S.p.A. opera è interessante ma ricco di contraddizioni. L’Italia è tra i primi cinque mercati europei dell’eHealth (insieme al Regno Unito, che fa la parte del leone, la Germania, la Francia e la Spagna)3.

Ciononostante il nostro Paese ha ancora ampi margini di crescita per ottimizzare al meglio le potenzialità offerte dal digitale: il rapporto DESI 20154, che valuta lo stato di avanzamento degli Stati membri dell’UE verso un’economia digitale, inserisce l’Italia tra i paesi con prestazioni basse, insieme a realtà come la Bulgaria, Cipro, la Grecia, la Croazia, l’Ungheria, la Polonia, la Romania, la Slovenia e la Slovacchia.

La valutazione è stata effettuata applicando appunto il DESI, un indice composito elaborato dalla Commissione Europea che include 5 macro-indicatori: connettività, competenze digitali, attività online, integrazione delle tecnologie digitali, digitalizzazione dei pubblici servizi.

A penalizzare l’Italia soprattutto l’accesso a connessioni internet veloci (disponibili solo a 2 famiglie su 10) e la percentuale di utenti abituali della Rete (59%, una delle più basse della UE).

Una buona notizia viene dalle imprese italiane: anche se sono ancora poche quelle che utilizzano appieno le possibilità offerte dal commercio elettronico, stanno facendo decisi passi avanti nell’adozione di soluzioni di e-Business.

“Come spesso accade in Italia, il privato è tra i principali motori di innovazione - prosegue Messina - ma è importante che tutti, a partire dalle istituzioni, diano il loro contributo per cogliere appieno le opportunità della rivoluzione digitale.

Limitandoci al solo settore Healthcare, il digitale può, tra le altre cose, facilitare l’aggiornamento professionale dei medici, supportare l’assistenza e la sorveglianza sanitaria, favorire l’educazione alla salute, migliorare la collaborazione tra i ricercatori, aiutare a tracciare e ridurre gli sprechi.

L’eHealth crea valore per tutti gli attori del sistema salute, dal Sistema Sanitario Nazionale, al medico, al paziente, all’industria, ma perché se ne sfruttino tutte le potenzialità - conclude l’AD - devono esserci infrastrutture che funzionino, competenze digitali diffuse, un contesto normativo e regolatorio che si adatti velocemente alle continue evoluzioni tecnologiche. Il nostro Paese non può perdere questo treno: se saremo bravi a rispondere tempestivamente a queste tre sfide, potremo tutti beneficiare dei vantaggi derivanti dall’integrazione virtuosa tra progresso scientifico ed innovazione tecnologica”. - (PRIMAPRESS)