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Regionali in Emilia Romagna e Calabria: vincono i candidati del Pd, ma anche l'astensione

(PRIMAPRESS) - ROMA - Il commento del premier e segretario del Pd Matteo Renzi è  eloquente: "Finisce 2-0 per noi". Stefano Bonaccini e Mario Oliverio, i due candidati delle coalizioni guidate dal partito democratico, sono i nuovi presidenti di Emilia-Romagna e Calabria. Un risultato "sporcato", però, dal netto calo dell'affluenza: il 37,67% in Emilia e il 44,07% in Calabria. In entrambi i casi, molto al di sotto delle precedenti elezioni. In Calabria Oliverio sarà eletto presidente con oltre il 60% delle preferenze (ma alla lista Pd va solo il 24% dei voti, con quasi il 13% che va alla lista con il nome del presidente). Il centrodestra, che si presentava diviso, si è diviso i voti: Wanda Ferro (Fi-Fdi) intorno al 23%, Nico D'Ascola intorno al 9%. Danza invece intorno al 4% la percentuale di Cono Cantelmi del Movimento5Stelle, che quindi non entrerà in consiglio.  In Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (centrosinistra) con circa il 49% dei consensi ha superato Alan Fabbri (leghista candidato del centrodestra), fermo poco sopra il 30%, e sarà il prossimo presidente della regione. Fabbri stesso, a metà dello spoglio, lo ha chiamato per congratularsi della vittoria. Va sottolineato però come Bonaccini non arrivi al 50% in una regione 'rossa', da sempre in mano alla sinistra, un risultato che lui definisce "buono, che non è mai stato in discussione. Abbiamo cinque anni per dimostrare di fare bene". Il candidato del Movimento5Stelle, Giulia Gibertoni, si ferma sotto il 15%. Significativo il dato all'interno del centrodestra, dove la Lega Nord di Matteo Salvini 'doppia' Forza Italia, 20 a 8 per cento. Il sorpasso atteso e previsto c'è stato effettivamente, e questo potrebbe causare un terremoto nella coalizione di centrodestra e nei pesi relativi dei vari partiti. "Ogni elezione non può essere sempre giudicata con un livello differente da quello che è". Così il neoeletto presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a chi gli chiedeva se la scarsa affluenza fosse anche un segnale per il governo nazionale. "Non si può essere soddisfatti di una partecipazione così bassa sapevamo che avremmo pagato sia l'inchiesta sia il fatto che un pezzo di Pd ha voluto mandare un segnale".Ora "bisogna aprire una nuova stagione", cinque anni per dimostrare che faremo bene.così Bonaccini.
- (PRIMAPRESS)