Crisi governo, l’intervento di Conte al Senato: unità sotto il segno della pandemia
- di RED-ROM
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - ROMA - L’intervento di Giuseppe Conte al Senato per ottenere la fiducia si è aperto con un richiamo a quel "progetto di Paese di quei 29 punti" programmatici presentati all'inizio dell'esperienza di governo e rivendica che "c'era una visione e una forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia". Ripercorrendo l'intervento di ieri alla Camera, il presidente del Consiglio annota che "ora un uragano sta sconvolgendo il nostro destino collettivo" e che "anche la politica è stata costretta a misurarsi con scienza e tecnica per rispondere a emergenza e crisi economica". Allo stesso modo, Conte sottolinea che "primi in Occidente, siamo stati costretti a introdurre misure restrittive dei diritti della persona, seguiti poi dagli altri Paesi". Alla sua maggioranza, il presidente anche parlando a Palazzo Madama riconosce che "è riuscita a dimostrare grande responsabilità". Nel discorso di Conte non c’è un minimo accenno di autocritica all’azione di governo e, ad un anno dall’esplosione della pandemia, il suo ragionamento è ancora rivolto a misure di emergenza: "Siamo consapevoli che occorrono risorse più cospicue" per il dl Ristori e "sarà il Parlamento a migliorare il provvedimento". Anche in sede di discorso sulla fiducia al Senato, chiarisce che l'accenno ai ristori "proporzionali alle perdite subite" fatto nell'intervento di apertura alla Camera "non significa che hanno compensato appieno", anche se non va dimenticato che "l'Agenzia delle entrate ha erogato piu' di 3 milioni di bonifici dal decreto Bilancio". Cifre che non potranno mai compensare i mancati incassi e che,tuttavia, resta centrale nella politica di risposta all’emergenza ma poco efficace in una programmazione di medio termine per rispondere alla crisi del paese. "Parleremo di Next Generation Eu e della svolta irreversibile impressa alla politica europea, inaugurando un nuovo corso, alla prossima Conferenza sul futuro dell'Europa", sottolinea ancora il Presidente del Consiglio. Ma il piano per accedere ai fondi europei è ancora troppo confuso. Ora con Matteo Renzi fuori dalla maggioranza non resta che al Pd insistere su una migliore profilazione del piano secondo le indicazioni dell’Unione Europea per evitare ulteriori ritardi nell’erogazione dei fondi. - (PRIMAPRESS)