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Caso Yara: grande lavoro di squadra

(PRIMAPRESS) - BERGAMO - (nostro servizio) Ritenere che l’individuazione del presunto assassino di Yara Gambirasio sia frutto della sola indagine scientifica sarebbe sbagliato. Il metodo scientifico è stato vincente nel momento in cui gli investigatori hanno deciso di seguire, con un lungo ed estenuante lavoro certosino, le tracce che avrebbero portato, prima o poi, all’esecutore materiale del terribile delitto. Le strategie investigative interne non hanno avuto eco mediatica, per fortuna e a ragione, così da consentire la difficile e faticosa risalita al colpevole. Un grande lavoro di squadra, avviato nei laboratori della Polizia Scientifica, dove sono confluiti i campioni di Dna prelevati ai frequentatori della discoteca, che si trova a poca distanza dal luogo di ritrovamento del corpo di Yara, e della palestra dove la della 13enne di Brembate Sopra si allenava insieme alle compagne di ginnastica ritmica. Si è subito capito che ben difficilmente uno dei profili di Dna potesse combaciare con quello che l’anatomopatologa Cristina Cattaneo ha estratto nel corso dell’esame necroscopico. Tuttavia è stata decisiva l’intuizione di due poliziotti della scientifica di Milano, che hanno suggerito di agganciare il profilo di un parente dell’assassino. Attraverso una serie di calcoli biostatici effettuati dal professor Giardina dell'università di Tor Vergata, è stato possibile isolare il Dna di Giuseppe Guerinoni che poi si è rivelato essere il padre biologico di Massimo Giuseppe Bossetti. Le prove a carico di quest’ultimo partono dal fatto che il cellulare di Bossetti è risultato agganciato alla cella telefonica di Mapello, nella zona e nell’ora in cui sarebbe avvenuto l’omicidio. Inoltre Bossetti svolge l’attività di muratore e ciò spiegherebbe la presenza di polveri di calce sul corpo e nelle vie respiratorie di Yara. Infine, sarebbe stata un’ultima testimonianza, raccolta in Valle Seriana, a permettere l’individuazione della donna che avrebbe avuto la relazione con Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno morto nel 1999, dalla quale, si è appreso, sono nati due gemelli: Massimo Giuseppe Bossetti e la sorella Laura Letizia. Per incastrare in via definitiva il muratore di Mapello i carabinieri hanno organizzato un controllo stradale nella serata di domenica 15 giugno, fermandolo con la sua auto e sottoponendolo al test dell’etilometro. Un espediente servito a estrarre il Dna, risultato poi perfettamente coincidente con quello trovato sugli slip di Yara.
- (PRIMAPRESS)