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Cagliari; Fenu, Rubiu e Carta contro legge sul marchio

  • di RED COM
  • in Politica
(PRIMAPRESS) -   CAGLIARI - Una legge corretta in corsa per le osservazioni giunte dal Governo. E’ il disegno in materia di agricoltura e sviluppo rurale, che al suo interno comprende un marchio di qualità per le produzioni isolane. Un provvedimento fortemente contestato dal capogruppo di Sardegna Zona Franca Modesto Fenu, dal rappresentante dell’Udc Gigi Rubiu e dall’esponente del Psd’Az Angelo Carta, che nel corso di una conferenza stampa hanno messo l’accento sui rischi delle correzioni apportate. "Gli aggiustamenti sono, di fatto, uno schiaffo alla specialità della nostra Regione. Con le variazioni approvate si consente alle imprese della Penisola di avvalersi di un marchio tutto sardo, per mettere poi sul mercato prodotti realizzati con materie prime non isolane. E’ come se i culurgiones venissero preparati con merce olandese, il pane carasau fosse preparato con materie francesi". I tre consiglieri dell’opposizione non hanno esitato a definire  l’approvazione del disegno: "Un tradimento ai danni del mondo delle campagne che così si trovano costrette, ancora una volta, a subire la concorrenza dei prodotti importati da oltre Tirreno".  Una stortura non da poco. "Con la legge avremmo dovuto difendere le nostre produzioni, le eccellenze della terra di Sardegna – hanno osservato Fenu, Rubiu e Carta – La maggioranza è stata invece capace di snaturare gli obiettivi della proposta di legge, regalando di fatto il marchio ad altre entità che di certo non fanno gli interessi dell’economia sarda". Da qui il voto contrario del gruppo Sardegna Zona Franca, di centristi e sardisti. Inutili i tentativi per un dietrofront. "Abbiamo cercato di far comprendere alla maggioranza (ed in particolare alle anime che si ispirano alla filosofia sovranista, indipendentista e autonomista) che fosse possibile un cambiamento di rotta con l’applicazione della Direttiva dell’Unione Europea per un marchio identificativo delle produzioni isolane, realizzate unicamente con materie prime interamente sarde. C’è stata un’eccessiva fretta nel portare in aula il disegno. Un’altra ipotesi sarebbe stata quella di assegnare il marchio ad un soggetto privato". Nulla da fare. "Così per l’ennesima volta, il Governo ci impone di restare una colonia senza che si riesca a difendere la nostra autonomia. Un’offesa alla Sardegna, con la maggioranza incapace di contrastare questa filosofia di prevaricazione ai diritti dell’Isola. Si tratta di uno schiaffo alle nostre prerogative, visto che lo Statuto sardo assegna alla Regione competenza esclusiva nel settore dell’agricoltura". Fenu, Rubiu e Carta non si arrendono. Anzi: "La battaglia è solo all’inizio. Perché non ci sono dubbi che questa legge – hanno concluso – partita con buoni intenti sia un oltraggio alla Sardegna, che rischia di produrre effetti deleteri per le nostre imprese e gli agricoltori, ma anche alcuni segmenti della maggioranza hanno assicurato un percorso volto al riconoscimento delle produzioni agroalimentari  e delle eccellenze isolane portate avanti attraverso un lavoro sapiente di valorizzazione dei gioielli della terra. Un marchio distintivo tutto sardo garantirebbe il settore, permettendo un salto di qualità all’economia anche per ridurre il differenziale tra importazioni ed esportazioni che provoca un saldo negativo per la nostra Isola. Sollecitiamo il medesimo trattamento riservato ad altre Regioni, anche a statuto ordinario, per dare un valore aggiunto alle nostre produzioni agroalimentari, uno dei motori economici della Sardegna". - (PRIMAPRESS)