Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin” e di Google Analytics. Clicca sul bottone "Accetto" o continua la navigazione per accettare. Maggiori informazioni
Skin ADV

Il business delle agenzie funebri conta quasi trentamila occupati e non conosce crisi

  • di RED COM
  • in Aziende
Il business delle agenzie funebri conta quasi trentamila occupati e non conosce crisi
(PRIMAPRESS) - MONZA - Il mercato funebre in Italia si trova davanti ad un interessante cambiamento sociale di cui è testimone in prima persona. Parliamo di un mercato che dà lavoro a circa duecentocinquanta mila occupati senza contare quelli con cui il settore funebre interagisce come fioristi, marmisti e produttori di bare. A fronte di un mercato con domanda sempre in crescita, tuttavia, il fatturato sembra diminuire. In questo articolo vedremo nello specifico quali sono i punti fondamentali di questo mercato e come questo si sta evolvendo per rispondere a domande differenti da parte delle persone che vogliono onorare i propri cari. Prima di parlare di numeri vorremmo porre l’attenzione sui cambiamenti tecnologici che hanno interessato il mercato e che hanno spinto le aziende a spostarsi anche online. Per esempio cercando un’agenzia funebre presso Monza sarà semplice trovare quella più vicina per organizzare il funerale. Questo è uno dei primi grandi cambiamenti se pensiamo che solo quindici anni fa i funerali erano affidati all’agenzia più “vicina” socialmente e fisicamente.

I grandi cambiamenti sociali
Il settore funerario, quindi, non conosce crisi ma si trova in un momento di grande cambiamento che ha portato alla scomparsa quasi totale delle aziende di produzione di cofani che rispetto al 1988 sono diminuite da seicento a circa cinquanta. Questo è dovuto per lo più all’arrivo sul mercato dei servizi funerari low cost e alla volontà delle persone di optare per la cremazione che cresce di dieci punti percentuali all’anno. La città in cui vi è maggiore richiesta di cremazioni, ad oggi, sembra essere Milano mentre quella dove la richiesta è minore è Palermo. I decessi, invece, aumentano, senza considerare quelli che ha portato la pandemia di Covid. L’aumento dei decessi è dovuto in parte anche all’invecchiamento veloce della popolazione che, unito al calo drastico della fecondità ha comportato un Paese maggiormente anziano e, quindi, a maggior rischio di decesso.

Numeri e dati: è il momento del cambiamento
La spesa media di un funerale presso un’agenzia funebri di Monza, ad esempio, oggi si attesta sui 2500 euro, un costo molto inferiore rispetto a quindici anni fa al netto dell’inflazione. Il costo si è abbassato per l’avvento della cremazione tra le opzioni scelte delle persone ma anche perché si preferiscono i servizi di contorno rispetto alla scelta di una bara di pregio. Nonostante queste flessioni sul fatturato nazionale del settore funerario non lo si può certamente considerare un settore in crisi anzi, tutt’altro. Stando ai dati raccolti dalla fiera funeraria internazionale Tanexpo il settore è in forte espansione visto che hanno partecipato oltre 250 aziende e hanno presenziato quasi ventimila professionisti provenienti da 55 Paesi. A questi dati andrebbero associati anche quelli che riguardano i mercati paralleli, ovvero correlati al settore funerario e che, nonostante l’avvento del low cost ha dimostrato di poter reggere il confronto con le nuove sfide economiche nazionali e globali. La direzione del settore funerario si sposta verso un alleggerimento dei legami con le cerimonie tradizionali mentre a favore di nuove abitudini funerarie e, per questo, è necessario più che mai mettere a norma il settore creando omogeneità tra le varie regioni. - (PRIMAPRESS)