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Cagliari, Fenu: "Assurdo vietare utilizzo nome Zona Franca"

(PRIMAPRESS) - CAGLIARI - "La decisione del giudice monocratico, allo stato attuale, apre alcuni scenari inquietanti". E’ la presa di posizione del capogruppo di Sardegna Zona Franca, Modesto Fenu, all’indomani della sentenza del Tribunale che ha vietato l’utilizzo del nome: "Si tratta di una situazione davvero paradossale – dice Fenu – Perché, nonostante sia rappresentante eletto nel Movimento Sardegna Zona Franca in consiglio regionale (il solo esponente del sodalizio in tutta l’Isola), mi troverei ad essere l’unico in tutta la Sardegna insieme ad Antioco Patta a non poter utilizzare il nome Sardegna Zona Franca e, quindi, ad essere inibito nella mia azione politica, sempre tesa ad ottenere gli obiettivi per il quale mi sono candidato alle elezioni regionali". Un freno. Un blocco insensato e illogico. "Una situazione irragionevole – aggiunge Fenu – che mi impedisce di svolgere serenamente il mio ruolo e l’azione politica all’interno del consiglio regionale, massima espressione di democrazia e rappresentanza. E’ un fatto, a mio avviso, incostituzionale". C’è poi un altro fattore preoccupante: "Il secondo scenario, ancora più allarmante, è che di fatto il giudice monocratico ha sancito che tutti i movimenti Sardegna Zona Franca (o similari), per poter utilizzare il loro nome, devono essere autorizzati dalla Dottoressa Randaccio. Una stranezza. Una singolarità nello scenario politico regionale – rimarca Fenu – visto che la loro esistenza è ben più antecedente rispetto a quella del Movimento Sardegna Zona Franca – Maria Rosaria Randaccio". Un’anomalia. "Anche il Partito sardo d’azione, che porta avanti da decenni la battaglia per la Zona franca in Sardegna – rileva Fenu – si troverebbe fortemente limitato nella sua azione per effetto di questa decisione. Per non parlare poi dell’associazione Zona Franca Sardegna (presieduta da Mario Carboni) che esiste ed opera da oltre vent’anni. C’è inoltre da considerare lo stesso movimento Zona Franca di Gigi Sanna, che ha depositato il simbolo per le regionali prima della Dottoressa Randaccio. Queste condizioni potrebbero portare, sulla base del medesimo principio, ad annullare la sentenza o chiedere che il movimento della Dottoressa Randaccio non possa più utilizzare il nome". Una situazione davvero singolare. "Proprio così – prosegue il capogruppo del Gruppo Sardegna – Personalmente ritengo che la zona franca sia un patrimonio di tutti i sardi. Reputo che nessuno possa accampare diritti di esclusività su tale nome". Anche perché in consiglio regionale si procede nella direzione del progetto, ambizioso per tutta l’Isola, di un istituto in grado di rilanciare la Sardegna. "Non è un caso che il mio impegno nell’assemblea regionale di via Roma – precisa Fenu– si sia tradotto nell’approvazione di una commissione di studio e approfondimento per l’istituzione di una zona franca, votata da tutte le forze politiche. Una decisione che aveva l’obiettivo di riconsegnare idealmente a tutti i sardi lo strumento della zona franca, un istituto economico e finanziario in grado di portare alla rinascita della Sardegna". Scontate le prossime azioni. "Per le ragioni esposte – rimarca Fenu – nonostante rispetti il lavoro del giudice, riteniamo di non poter accettare la sua decisione. Proporremmo dunque immediato ricorso. Si invitano inoltre tutte le altre associazioni e movimenti, che si sentano interessati e colpiti dalla decisione, a proporre ricorso nel più breve tempo possibile". Non sono andate giù anche le dichiarazioni della Dottoressa Randaccio in merito all’ordinanza del Tribunale di Cagliari. "Si fa presente che la decisione si è espressa esclusivamente sull’utilizzo del nome e del logo Sardegna Zona Franca da parte dell’onorevole Modesto Fenu e di Antioco Patta, mentre non è contenuta alcuna pronuncia di legittimità circa l’espulsione degli stessi da parte dell’associazione, avvenuta nella più totale illegalità". Logico che la battaglia proseguirà. "Si porta a conoscenza – conclude Fenu – che l’ordinanza sarà contestata presso tutte le sedi competenti, in quanto la stessa decisione si presenta come ingiusta, abnorme e persino contraria ai più elementari principi di democrazia, considerato che inibisce l’utilizzo del logo e del nome proprio a chi è stato chiamato dagli elettori sardi a farlo, mentre chiunque altro (come avviene dal 2012 a questa parte) può continuare indisturbato a costituire associazioni e comitati contenenti i riferimenti alla zona franca".
- (PRIMAPRESS)