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Da Arlecchino a Pulcinella, viaggio con PaesiOnLine tra le tradizioni regionali italiane

(PRIMAPRESS) -   ROMA - Coriandoli, bambini in maschera e profumo di dolci affollano le strade di ogni città italiana. Come ogni anno, febbraio è il mese dello scherzo e dell’allegria, durante il quale si festeggia il carnevale, una tradizione antichissima che riguarda la maggior parte dei paesi di tradizione cristiana. L’aspetto più rappresentativo di questa particolare festività è proprio la maschera, che nel nostro paese ha una lunga tradizione regionale, che è possibile ritrovare nella cosiddetta “commedia dell'arte”. Questo retaggio culturale, purtroppo oggi sta andando lentamente perduto, o quantomeno non vengono più usate per mascherarsi a carnevale, per questo motivo PaesiOnLine  propone un divertente viaggio tra le regioni italiane e le maschere che le caratterizzano. La maggior parte dei personaggi della commedia dell’arte è costituita da servi e popolani che si beffano dei padroni. Tra le maschere più note troviamo Pulcinella, spesso usata anche per rappresentare la sua città di origine: Napoli. Impertinente, chiacchierone, dedito alla buona tavola, che da sempre caratterizza la regione campana. Finisce spesso col mettersi nei pasticci e venire bastonato. Degno compare e, talvolta, rivale di Pulcinella è Arlecchino, Bergamo, un servo irriverente, sfaticato e truffaldino. La maschera è talmente amata dai cittadini, al punto da averle dedicato una statua all'ingresso della città. Meno conosciuto di Arlecchino, ma altrettanto colorato, è Farinella, caratteristica Putignano in provincia di Bari, dove a carnevale sono numerosi i carri a lui dedicati. Altro personaggio irriverente e fannullone è il romano Rugantino, giovane arrogante, attaccabrighe e strafottente ma, in fondo, buono di cuore. Grazie anche alle fortunate rappresentazioni teatrali, Rugantino è entrato nel cuore degli abitanti della Capitale, che ha deciso di dedicargli una strada. Beffardo, pigro e ingordo è il siciliano Beppe Nappa, amante delle danze e delle piroette, si cimenta spesso nella “contradanza”, ballo tipico siciliano del periodo carnevalesco. Tra le maschere “signorili”, la tradizione italiana riporta il dottor Balanzone, maschera che rispecchia in pieno la città di provenienza: Bologna . E’ un personaggio colto (tiene spesso un libro sotto al braccio) e rappresenta il fermento culturale che da sempre caratterizza il capoluogo emiliano. Galantuomo allegro e amante del buon vino e della buona tavola è Gianduia, maschera di Torino , che prende il nome dall’impasto utilizzato per fare i celeberrimi gianduiotti, tipici della città. Spostandoci nell’operoso Veneto, troviamo Pantalone, ricco e vecchio mercante, che cerca invano di far cadere ai suoi piedi donne giovani e belle, con sullo sfondo una romantica Venezia cinquecentesca.Meno diffuse sono le maschere militari. Tra queste, troviamo Giangurgolo, originario di Catanzaro, il cui nome significa “Giovanni dalla gola piena”. Spadaccino amante della buona tavola, ai duelli preferisce gustare i cibi tipici della sua terra, dalla soppressata alle frittole. Infine, unico personaggio femminile ad avere un ruolo da protagonista nei copioni e a godere di una certa notorietà è Colombina. Maschera veneziana, allegra, maliziosa e civettuola. Prende il suo nome da un’antica tradizione che ogni anno apre ufficialmente il Carnevale di Venezia: il volo della Colombina su piazza San Marco. - (PRIMAPRESS)