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L'Esodo istriano in un racconto musicale di Simone Cristicchi all'Auditorium Ferrari di Maranello

L'Esodo istriano in un racconto musicale di Simone Cristicchi all'Auditorium Ferrari di Maranello
(PRIMAPRESS) - MODENA - Simone Cristicchi, sin dal suo esordio a Sanremo nel 2007 ci ha abituati ai suo brani che trattano argomenti sociali spesso dimenticati. Con lo spettacolo “Esodo” – il cui sottotitolo ‘Racconto per voce, parole e immagini sull’esodo istriano, fiumano e dalmata’ – il cantautore romano torna martedì prossimo 22 giugno a riaccendere i riflettori su quella pagina di storia ancora molto vicina nei ricordi di molti. In piazzetta Nelson Mandela dà l'avvio alla stagione estiva dell’Auditorium Enzo Ferrari di Maranello curata da ATER Fondazione in collaborazione con l’Amministrazione comunale. Lo spettacolo – anche scritto da Cristicchi con Jan Bernas è una sorta di racconto che parte dal Porto Vecchio di Trieste dove c'è un ‘luogo della memoria’ particolarmente toccante: il Magazzino n.18. Racconta di una pagina dolorosa della storia d'Italia, di una complessa vicenda del nostro Novecento mai abbastanza conosciuta, e se possibile resa ancora più straziante dal fatto che la sua memoria è stata affidata non a un imponente monumento ma a tante, piccole, umili testimonianze che appartengono alla quotidianità. Nel Porto Vecchio di Trieste, il Magazzino n.18 conserva sedie, armadi, materassi, letti e stoviglie, fotografie, giocattoli, ogni bene comune nello scorrere di tante vite interrotte dalla storia, e dall'Esodo: con il Trattato di Pace del 1947 l'Italia perse vasti territori dell'Istria e della fascia costiera, e circa 300 mila persone scelsero - davanti a una situazione dolorosa e complessa - di lasciare le loro terre natali destinate a non essere più italiane. Non è difficile immaginare quale fosse il loro stato d'animo, con quale e quanta sofferenza intere famiglie impacchettarono le loro cose lasciandosi alle spalle le case, le città, le radici. Davanti a loro difficoltà, paura, insicurezza, e tanta nostalgia. - (PRIMAPRESS)