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Pasticceria: l'arte della zeppola nella tradizione della pasticceria Mignone di Napoli

  • di Giuseppe Giorgio
  • in Wine&Food
Carmela e Raffaele Mignone
Carmela e Raffaele Mignone
(PRIMAPRESS) - NAPOLI - Per i due maestri pasticceri Ugo e Raffaele Mignone, neanche a dirlo, padre e figlio, la tradizione e la qualità si confermano come un elemento imprescindibile. Tant'è che da oltre 20 anni nella loro rinomata pasticceria di piazza Cavour 145 a Napoli, (dove a regolare e a organizzare il tutto vi sono anche la signora Maria, moglie di Ugo e l'altra loro figlia Carmela) a prendere corpo, è una produzione strettamente legata alla storia locale e a quei dolci tipici delle feste religiose più sentite dell’anno. Tra questi, in prossimità del 19 marzo e della festa di San Giuseppe e del Papà, vi sono le famose “Zeppole” fritte e al forno. «Un dolce - come hanno spiegato e maestri Ugo e Raffaele Mignone- che a Napoli è tra i più famosi e che nella nostra pasticceria diventa un fatto davvero rituale. Parlando della loro storia e origine - hanno continuato i pasticceri Mignone - bisogna giungere nell'antica Roma nel 500 a.C. dove, il 17 marzo, si celebravano le “Liberalia”, feste in onore delle divinità del vino e del grano. Per omaggiare Bacco e Sileno, precettore e compagno di gozzoviglie del dio, il vino scorreva a fiumi e per ingraziarsi le divinità del grano si friggevano frittelle di frumento. A San Giuseppe, che si festeggia solo due giorni dopo, a fare da protagoniste sono le discendenti di quelle storiche frittelle chiamate appunto le “Zeppole” di San Giuseppe. Nella sua versione attuale, la “Zeppola” nasce, alla pari di tante altre delizie partenopee, come dolce conventuale: secondo alcuni nel convento napoletano di San Gregorio Armeno. Un dolce che dopo la metà del Settecento interessò persino il poeta e romanziere tedesco in visita a Napoli,Johann Wolfgang roprio sulla scia di questa affascinante ed emozionante storia le “Zeppole” di Casa Mignone risvegliano davvero i sensi, sia per il gusto e la raffinatezza del bignè di base (fritto in olio o sugna, oppure al forno) sia per la delicatissima crema pasticcera e le eccezionali amarene che lo ricoprono insieme a tanto zucchero a velo. Inserita nei libri di gastronomia per la prima volta nel 1837, ad opera del celebre gastronomo napoletano Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino, la “Zeppola” di San Giuseppe, il delicato bignè ricoperto di crema pasticcera e amarene, da Mignone in piazza Cavour, scandisce così, alla pari di un calendario, l'arrivo imminente del 19 marzo confermando nel migliore dei modi la tipicità dolciaria e la religiosità della città napoletana sua terra natale. - (PRIMAPRESS)