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Salute: dalle proprietà degli agrumi la sfida al Covid con la Naringerina. Una ricerca de La Sapienza di Roma

Salute: dalle proprietà degli agrumi la sfida al Covid con la Naringerina. Una ricerca de La Sapienza di Roma
(PRIMAPRESS) - ROMA - Gli agrumi potrebbero salvarci dal Covid. Secondo una ricerca dell’Università La Sapienza di Roma, un derivato degli agrumi potrebbe servire a combattere questo ceppo di virus. La sperimentazione è partita dallo studio dei canali d’ingresso del virus che si propaga attraverso le cellule, cioè i canali ionici lisosomiali TPC (Two-PoreChannels). Da anni il gruppo di ricerca della Sapienza, in collaborazione con il biotecnologo Armando Carpaneto dell’Università di Genova, si sono cimentati nello studio della propagazione dei  vari virus, tra cui l’Ebola. Il gruppo di studio ha di recente individuato nella Naringenina un’arma efficace per inibire questi canali, scoprendo il tallone d’Achille dei vari coronavirus conosciuti, compreso il Covid
La Naringenina è una sostanza naturale che si trova negli agrumi e in altri vegetali.
“Ovviamente non basterà fare indigestione di pompelmi e carote - avverte il ricercatore Antonio Filippini - perché sarà l’effetto di un sofisticato farmaco basato su quelle sostanze su cui si basa l’effetto barriera al virus. Infatti la sfida successiva, a cui stiamo lavorando, con l’importante ausilio di nuove competenze nanotecnologiche interne a Sapienza, è individuare la formulazione ottimale per veicolare il farmaco alle più basse concentrazioni possibili in modo efficace e selettivo alle vie aeree, il primo fronte critico su cui combattere l’infezione2.
Per verificare l’efficacia dello studio è stato necessario creare una sinergia tra competenze di biologia cellulare e di virologia, coinvolgendo in un lavoro di squadra virologi delle università di Roma e Milano. In particolare, da una parte il gruppo di ricercatori della Sapienza ha scoperto che il trattamento di cellule con Naringenina previene l’infezione di più di un tipo di Coronavirus. La Naringenina sarebbe utile per contrastare anche la dannosa produzione di citochine dell’infiammazione, la cosiddetta “tempesta infiammatoria”, che si scatena nel corso dell’infezione virale. - (PRIMAPRESS)