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“Psoriasi. La pelle conta”

(PRIMAPRESS) - MILANO “Quello che c'è di più profondo nell'essere umano è la pelle”.  Così, nel 1931, Paul Valéry nel suo saggio “L'idea fissa”. La pelle è la più importante “frontiera” tra il nostro corpo e il mondo ed è stata protagonista del Media Tutorial dal titolo “Psoriasi: La pelle conta” che Novartis ha organizzato oggi a Milano. L’incontro è stato dedicato alla psoriasi e a un nuovo target terapeutico: l’interleuchina 17-A, una citochina chiave nella patogenesi della patologia,presente in concentrazioni elevate nella cute di chi soffre di questa malattia che rappresenta uno dei bersagli di maggior interesse per le terapie sperimentali1-6. La psoriasi colpisce il 3% della popolazione nel mondo, ovvero oltre 125 milioni di persone7. In Europa, la stima è pari a circa lo 0,8%: il che significa che la psoriasi a placche interessa circa 3,7 milioni di europei, di cui circa 2,4 milioni soffre della forma da moderata a severa8. Anche In Italia, sono circa 1 milione e mezzo le persone affette da psoriasi e si stima che sia affetto da psoriasi il 3% della popolazione, corrispondente a circa 1 milione e mezzo di individui. La prevalenza maggiore si osserva al Centro-Nord, con il 4,5% dei pazienti nella fascia compresa tra Abruzzo, Lazio e Molise, mentre al Sud e nelle Isole la percentuale varia dallo 0,8% in Sardegna all’1,6% tra Calabria e Sicilia9. “Sono numerosi i bisogni insoddisfatti nella psoriasi – ha spiegato Giampiero Girolomoni, Professore Ordinario di Dermatologia dell’Università di Verona - I pazienti affetti da psoriasi spesso non sono trattati o sono sottotrattati; non riceve alcun trattamento circa il 50% dei pazienti con psoriasi lieve; fino al 36% di quelli con psoriasi moderata ed il 30% di quelli con psoriasi grave. Pochi pazienti con psoriasi da moderata a grave ricevono un trattamento adeguato; in particolare, solo l’8% dei pazienti con psoriasi moderata-grave riceve terapie biologiche. Nonostante le numerose opzioni di trattamento, il 41% dei pazienti affetti da psoriasi e il 28% dei loro medici sono insoddisfatti degli attuali trattamenti. I pazienti – ha aggiunto il Prof. Girolomoni - desiderano e meritano una cute esente o quasi esente da lesioni, il che si traduce in una effettiva migliore qualità della vita. Attualmente è esente o quasi da lesioni solo da un terzo alla metà dei pazienti trattati con terapie biologiche”. Per rispondere a questi bisogni insoddisfatti dei pazienti e per ridurre le lesioni cutanee causate dalla psoriasi, è stato messo a punto dalla ricerca scientifica un nuovo trattamento, l’anticorpo monoclonale secukinumab, il primo inibitore dell’interleuchina 17A (IL-17A) a essere stato approvato in Europa come terapia di prima linea in alternativa agli attuali trattamenti sistemici. Il secukinumab è un anticorpo monoclonale umano che neutralizza selettivamente l’IL-17A1-2 e, nel corso degli studi, il 70% o più dei pazienti trattati con secukinumab 300 mg ha ottenuto la risoluzione completa (PASI 100) o quasi completa (PASI 90) delle manifestazioni cutanee durante le prime 16 settimane di trattamento; inoltre nella maggior parte dei pazienti questo risultato è stato mantenuto nel corso della prosecuzione del trattamento, fino alla settimana 5210. Gli studi clinici con secukinumab hanno anche dimostrato una relazione positiva tra la risoluzione completa o quasi completa delle manifestazioni cutanee e la qualità della vita dei pazienti affetti da psoriasi11. Inoltre, nel corso del programma di studi di Fase III, il secukinumab ha dimostrato un profilo di tollerabilità soddisfacente12,13-15. “Tra i risultati più significativi - ha affermato la Professoressa Ketty Peris, Direttore della Clinica Dermatologica Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico A. Gemelli di Roma - emerge che l’efficacia del secukinumab si mantiene nel tempo fino a 2 anni ed è confermata in tutti i pazienti stratificati per età, peso, gravità della malattia, esposizione a precedenti terapie sistemiche convenzionali e biologiche. Il programma di studi clinici registrativi del secukinumab – ha concluso la Professoressa Peris - è il più vasto mai intrapreso per un farmaco biologico (3500 pazienti) con studi a 52 settimane che includevano 2 comparatori attivi (etanercept e ustekinumab)”. Nel corso dell’evento, è stato anche dedicato ampio spazio all’impatto della patologia sulla qualità di vita di chi ne soffre. In particolare16-17: Il 75% si sente poco attraente Il 54% si sente depresso Il 31% ha problemi socio-economici L’8% è costretto a lavorare a casa Tra i fattori che contribuiscono alla gravità della psoriasi, per i pazienti il più importante è il prurito, mentre per i dermatologi è costituito dalla localizzazione o dimensione delle lesioni cutanee sul corpo. Chi ne è affetto lamenta inoltre problemi di peso, desquamazione, dolore o sofferenza delle articolazioni e ben il 94% afferma che la psoriasi è un problema che incide nella vita quotidiana18. Questa patologia è spesso associata ad altre comorbidità quali il morbo di Crohn, la sindrome metabolica, le malattie cardiovascolari e i disturbi oculari19-21. Sono inoltre intervenuti la Dottoressa Gaia Panina, Head of Immunology & Dermatology Franchise Novartis, che ha ribadito l’impegno di Novartis nell’offrire soluzioni terapeutiche innovative e Paolo Rodolfo Ferrari, Rappresentante ADIPSO Veneto – Friuli – Trentino-Alto Adige, che ha condiviso le esperienze e le aspettative delle persone colpite da questa patologia.
- (PRIMAPRESS)