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Bankitalia: rivede a ribasso la stima del Pil nel 2021rispetto alle previsioni di Luglio. Passa da 4,5% a 3,5%

ROMA - Forte contrazione dell'economia italiana nell'ultimo trimestre 2020 (-3,5%), tornerà ad espandersi dalla primavera. Così Bankitalia.Nel 2020 il Pil ha avuto un crollo del 9,2% e tornerà a crescere del 3,5% in media quest'anno, un punto in meno sulle stime di luglio. "I timori di contagio,più che le misure restrittive,frenano i consumi di servizi", per Bankitalia,che vede "rischi elevati" sulla ripresa.Rallentata in autunno la ripresa dell'occupazione vista in estate.Un terzo delle famiglie pensa di ridurre i consumi.
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Bankitalia: ripresa più lenta del previsto nel 2021. Possibile flessione anche del Pil

ROMA - Dopo Confindustria arriva anche il report di Bankitalia sul rallentamento della ripresa per l’Italia. La ripresa nel 2021 sarà "verosimilmente più lenta del previsto". Lo prevede il capo Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, nell'audizione sulla Manovra nelle commissioni bilancio di Camera e Senato. Nel IV trimestre 2020, ha detto "è plausibile una flessione del pil anche se più contenuta rispetto a primavera. E' probabile che il risultato per l'anno risulti comunque in linea con quanto prefigurato in ottobre". Sul Recovery Fund: serve attenzione alla fase esecutiva, ed evitati sprechi, ritardi e inefficienze.
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Bankitalia: ripresa più lenta del previsto nel 2021. Possibile flessione anche del Pil

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Bankitalia: il debito delle PA passa da oltre 2,5 a circa 4 miliardi. Stabili gli enti di previdenza

ROMA - I contributi a pioggia per rispondere all’emergenza sanitaria ed il blocco delle attività lavorative, rischia di aggravare la situazione del debito pubblico del paese. Secondo Bankitalia, a fine settembre il debito della Pubblica Amministrazione era di 2.582,6mld, +3,8mld sul mese precedente. Il fabbisogno, 20,9mld, è solo in parte compensato. Il debito è a +4,4mld nelle amministrazioni centrali e -0,6mld in quelle locali. Stabile il debito per gli Enti di previdenza che potrebbe rincuorare quanti nei giorni scorsi avevano visto circolare diversi titoli di giornali su un Inps in affanno. Sul versante delle entrate tributarie, a settembre sono stati…
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Bankitalia: il debito delle PA passa da oltre 2,5 a circa 4 miliardi. Stabili gli enti di previdenza

ROMA - I contributi a pioggia per rispondere all’emergenza sanitaria ed il blocco delle attività lavorative, rischia di aggravare la situazione del debito pubblico del paese. Secondo Bankitalia, a fine settembre il debito della Pubblica Amministrazione era di 2.582,6mld, +3,8mld sul mese precedente. Il fabbisogno, 20,9mld, è solo in parte compensato. Il debito è a +4,4mld nelle amministrazioni centrali e -0,6mld in quelle locali. Stabile il debito per gli Enti di previdenza che potrebbe rincuorare quanti nei giorni scorsi avevano visto circolare diversi titoli di giornali su un Inps in affanno. Sul versante delle entrate tributarie, a settembre sono stati…
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Bankitalia: cresce il debito delle Amministrazioni pubbliche di 183,3 mld rispetto a luglio scorso

ROMA - Nuovo record del debito pubblico ad agosto. Secondo i dati di Bankitalia, il debito delle amministrazioni pubbliche è stato a pari a 2.578,9 mld, in aumento di 18,3 mld rispetto a luglio. L'incremento,spiega una nota di Palazzo Koch, riflette oltre al fabbisogno del mese (1,6 mld) l'aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (16,8 mld a 100,7). Il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 19,1 mld,mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,8 mld. Invariato il debito degli Enti di previdenza.
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Bankitalia: cresce il debito delle Amministrazioni pubbliche di 183,3 mld rispetto a luglio scorso

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Relazione Bankitalia, Visco: “Le famiglie italiane medie hanno perso reddito per oltre il 20%”

ROMA - La riduzione del reddito per le famiglie medie sarà di oltre il 20%. Lo si apprende dalla relazione annuale di Bankitalia. La relazione di Ignazio Visco, valuta il primo trimestre con una grande disuguaglianza della distribuzione del reddito netto equivalente da lavoro, misurata dall'indice di Gini per i nuclei con capofamiglia di età inferiore ai 64 anni e in cui non si percepiscono redditi da pensione (il 58 per cento del totale), sarebbe aumentata di circa due punti percentuali al 37 per cento, toccando il valore massimo dal 2009, anno di inizio della serie storica utilizzata". Se da un lato gli…
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