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Riforma giustizia, la fiducia chiesta da Draghi al Consiglio dei Ministri: “Nessuno vuole l’impunità”

  • di RED
  • in Italia
Riforma giustizia, la fiducia chiesta da Draghi al  Consiglio dei Ministri: “Nessuno vuole l’impunità”
(PRIMAPRESS) - ROMA -  "Ho chiesto al Consiglio dei ministri l'autorizzazione a porre la fiducia in Parlamento sulla riforma della giustizia penale". Lo ha detto in conferenza stampa il premier Draghi. "Il testo approvato all'unanimità in CdM è un punto di partenza, ma siamo aperti - ha aggiunto a miglioramenti di carattere tecnico. Qualora vi fossero miglioramenti tecnici, anche importanti, e siamo molto disponibili, si tratterà di fare un nuovo passaggio in CdM".E:"Nessuno vuole sacche d'impunità","Testo sia condiviso dal Consiglio dei ministri, all'unanimità, ha autorizzato il governo a porre la fiducia sulla riforma della giustizia penale. E' quanto si apprende da fonti dell'esecutivo. A chiedere l'autorizzazione alla fiducia è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi. "L'autorizzazione a richiedere la fiducia è dovuta al fatto di dover porre un punto fermo", spiega il premier in conferenza stampa. "Si parte dal testo approvato all'unanimità al Cdm, c'è tutta la buona volontà ad accogliere cambiamenti, emendamenti al testo che siano di carattere tecnico e non stravolgano l'impianto e siano condivisi"."Gli emendamenti sono stati presentati non solo da una parte ma anche da altre parti e anche l'interlocuzione con la maggioranza ha arricchito la discussione. Da parte del governo c'è la massima buona volontà a sentire tutti", ha concluso. Cartabia: "Riforma difficile ma ineludibile" "Sapevamo che la riforma" della giustizia "fosse difficile ma anche ineludibile perché il problema della durata dei processi è grave in Italia per ragioni legate innanzitutto alle esigenze dei cittadini. La ragionevole durata del processo evita la prescrizione, è voluta dalla Costituzione", spiega la ministra della Giustizia Marta Cartabia "Data la criticità di alcune Corti d'appello- aggiunge- dobbiamo evitare che l'impatto di novità come quella dell'improcedibilità dopo un certo periodo, variabile a seconda della gravità del reato, non provocasse l'interruzione dei processi. È una preoccupazione seria che anche il governo ha avuto e un terreno su cui si stanno valutando accorgimenti tecnici".  - (PRIMAPRESS)