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Circa 6mila scout hanno invaso Casal di Principe per ricordare Don Peppino Diana

Circa 6mila scout hanno invaso Casal di Principe per ricordare Don Peppino Diana
(PRIMAPRESS) - CASAL DI PRINCIPE, Caserta - La giornata “La strada è sempre più blu” è cominciata sabato sera. Sottofondo musicale “Nu Juorn buon”, questa l’accoglienza che l’associazione il Centenario ha voluto fare agli scout provenienti da tutta la Campania ma anche da Lazio, Calabria, Emilia Romagna, Marche, Puglia, Basilicata. I ragazzi hanno ammirato anche la storia di Aberto Varone “un altro martire di queste terre”. Il boom di camicie blu c’è stato già dalle prime ore di domenica mattina. Perfetto stile scout. E’ stato un giorno memorabile per tantissime coccinelle, lupetti, esploratori e guide rover e scolte, e tanti capi scout. C’erano il Masci, i foulards bianchi di cui ha fatto parte Don Peppino. Tutti domenica hanno costituito l’esercito di camicie blu che ha letteralmente bloccato Casal di Principe con canti e striscioni coloratissimi. Una marcia animata. Cori alternati “Non stare a guardare scendi con noi a ballare”, “Don Peppino uno di noi”, “Peppino vive”. Sono solo alcuni degli stornelli che gli scout tra strette di mano e lo sventolio dei fazzolettoni hanno voluto issare a cospetto di mamma Iolanda. E’ lei che ha portato all’organizzazione di questa memorabile giornata. Lei, che ha accolto tutti in un abbraccio emblematico nel luccichio di lacrime che svelano il conforto che suo figlio vive nei 6mila ragazzi che ieri facevano festa a Casal Di Principe. “Posso solo dire grazie, posso solo dire che ci siete sempre. Ho voluto salutare tutti, ve lo meritate e poi lui a voi ci teneva ed ora ho capito perché”. Dice commossa mamma Iolanda che ha ricevuto in dono dall’Agesci Nazionale il Giwell, il fazzolettone che segna i valori scout mondiali. “Quello di Peppino è finito in un museo questo deve stare qui” dice mamma Iolanda ai presidenti del Comitato Agesci Nazionale Marilina Laforgia e Matteo Spanò che mettendo il Gilwell al collo dell’anziana signora le dicono con orgoglio “Lei è una di noi”. La lunga marcia si è conclusa dinanzi al cimitero, facendo prima tappa davanti alle chiese di San Salvatore e San Nicola. La chiesa dove è stato ucciso Don Peppe. Da qui in poi fino al palco, è calato il silenzio. Lunghe fila alla tomba di Don Peppe. Al cimitero gli scout sono riusciti a “dar colore alla morte” come ha detto l’assistente ecclesiastico dell’Agesci Campania, padre Francesco De Luca che ha ricordato che il Consiglio Generale dell’Agesci che si terrà  all’inizio della prossima primavera a Bracciano, si pronuncerà sulla mozione, voluta dagli scout campani, di far proclamare dalla Chiesa, Don Peppe Diana martire di fede. “E’ stato ucciso perché prete”. Sua Eccellenza Angelo Spinillo nella sua omelia, traendo spunto dal passo del Vangelo sulla Trasfigurazione, ha voluto sottolineare la differenza tra quegli uomini che fanno solo del male alla propria terra e coloro che sono una benedizione. Tra questi c’è sicuramente il prete-scout Don Peppino Diana. “Ma attenzione il problema è di tutte le terre di questa zona non è soltanto Casal di Principe” ha rimarcato Valerio Taglione, presidente del Comitato Don Peppe Diana. Sul palco si sono alternati tanti testimoni del vento di cambiamento che sta segnando le terre di Don Peppe Diana, tra questi: Don Stefano Giaquinta, sacerdote scout, parroco a Casagiove, Renato Natale,  Presidente dell'Associazione Jerry Masslo, Giuseppe Pagano, della N.C.O.  Il tutto è stato coordinato da Gabriella Patricolo, Michele Martino e tutta la pattuglia Pns Agesci Campania coadiuvati dai responsabili Sonia Mirigliano e Vincenzo Piccolo. - (PRIMAPRESS)