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Certificati vaccinali per viaggiare: in Europa si procede in ordine sparso

Certificati vaccinali per viaggiare: in Europa si procede in ordine sparso
(PRIMAPRESS) - BRUXELLES - Il Certificato Verde Digitale, (quello che dirà che ci siamo vaccinati, guariti ed abbiamo ancora un notevole carica di anticorpi o negativi al tampone) tanto sbandierato dall’Unione Europea e posto come bandiera della politica della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, di fatto diventerà operativo solo dal 1° Luglio 2021. Il certificato permetterà di muoversi liberamente entro il perimetro dei 27 stati membri senza dover fare quarantene. Ma gli Stati sono tutti pronti? Sembrerebbe di no perché per mettersi in rete nel cosiddetto “gateway Ue” fino a qualche giorno fa non c’era ancora la Slovenia, la Repubblica Ceca e la Finlandia secondo una lista UE ma in realtà i paesi che realmente sono entrati in rete sono poco meno di una decina. E per giunta le regole non sembrano essere ancora univoca per tutti nonostante la raccomandazione dell’Unione dello scorso 1° giugno. Per alcuni paesi il certificato verde dovrebbe essere concesso a partire da 14 giorni dalla vaccinazione completa mentre in Italia, il pass è concesso anche a chi ha effettuato solo la prima dose. Per chi è guarito, il certificato dovrà essere valido per 180 giorni dopo il test molecolare positivo. Per chi deve sottoporsi a tampone, la Commissione propone un periodo di validità standard di 72 ore per i test molecolari e, se lo Stato membro li accetta, di 48 ore per gli antigenici rapidi. Il nostro Ministero della Salute ha pubblicato sul suo sito quali sono le condizioni per ricevere il pass verde: l’avvenuta vaccinazione contro il Sars-CoV-2; la guarigione dall’infezione da Sars-CoV-2 (che corrisponde alla data di fine isolamento, prescritto a seguito del riscontro di un tampone positivo); il referto di un test molecolare o antigenico rapido per la ricerca del virus Sars-CoV-2 e che riporti un risultato negativo, eseguito nelle 48 ore antecedenti. Al momento sembrerebbe che il normale certificato vaccinale rilasciato dalla Regione o dalla Asl alla fine del ciclo vaccinale, che indica anche il numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste per l’individuo, è considerato un certificato verde Covid-19; ma lo è anche il normale certificato vaccinale rilasciato dalla Regione o dalla Asl dopo la prima dose, che indica la data della seconda dose (se prevista). Ma questi due casi non consentono di viaggiare senza tamponi nel resto d’Europa. La certificazione verde Covid-19 di avvenuta vaccinazione contro il Sars-CoV-2 viene rilasciata in formato cartaceo o digitale dalla struttura sanitaria o dal Servizio Sanitario Regionale di competenza. Al momento, la validità è dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione della prima dose fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale (quando sono previste 2 dosi) e di nove mesi dal completamento del ciclo vaccinale. - (PRIMAPRESS)