OLBIA – Iniziativa parlamentare del senatore Gian Piero Scanu, PD, (nella foto) per promuovere la chiusura delle basi e dei poligoni militari attualmente ancora in funzione in Sardegna. Nei prossimi giorni verrà depositata al Senato una mozione per chiedere al Governo un atto di indirizzo in tal senso per la totale dismissione dei poligoni di tiro di Capo Frasca e di Capo Teulada e la riconversione della servitù militare dell’area di Salto di Quirra. La proposta del Senatore Scanu, che è capogruppo per il Partito Democratico nella 4° commissione Difesa e componente della commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, è stata presentata nel corso di una conferenza stampa questa mattina a Olbia, riaprendo così in Sardegna un dibattito iniziato nel lontano 1956 quando furono installate le tre grandi basi militari della Nato,in piena “guerra freddaâ€. Complessivamente sono 35mila gli ettari occupati sull’isola dalle servitù militari che costituiscono l’80 percento del territorio italiano riservato a questi scopi. Durante le esercitazioni, tra l’altro, viene interdetto alla navigazione, alla pesca e alla sosta uno specchio di mare di oltre 20 mila chilometri quadrati con pesanti ripercussioni per le economie del territorio. Nella mozione si fa riferimento ai risultati della relazione conclusiva della Commissione tecnica sulle servitù militari che “hanno dimostrato la sussistenza di reali impatti negativi sulle aree ad alta densità militare interessate da significative contaminazioni”. Come sostiene Scanu “si sono verificate in queste aree situazioni inaccettabili di grave degrado ambientale, giudicate non bonificabili dalle stesse autorità militari”. Tutto ciò, conclude l’esponente politico del PD, “ha determinato forti allarmi sociali per l’evidente percezione dei rischi per la salute umana e animale limitando la possibilità di investire sullo sviluppo e la valorizzazione delle risorse presenti”.