SANREMO – Missione compiuta per Sanremo 2012. Il primo obiettivo, quello degli ascolti, è stato centrato in pieno: la prima parte della finale è stata seguita da 14 milioni 456 mila telespettatori (share del 50,93%), mentre la seconda da 12 milioni 31 mila persone, con uno share del 68,73%.
Â
È andata meglio della finale 2011 (la prima parte fece registrare una percentuale del 45,97%, mentre la seconda il 63,68%). Del resto, con la programmazione sulle altre reti completamente “appiattitaâ€, in tv non c’era molta possibilità di scelta. Anche la partita tra Juve e Catania non è stata trasmessa in “chiaroâ€, e il nuovo “sermone†di Celentano è andato in scena appena terminato l’incontro di calcio.
Â
Insomma, tutto calcolato per far crescere gli ascolti e così è stato. Il secondo obiettivo, quello di garantire la massima visibilità a Sanremo su tutti i media, è stato ugualmente raggiunto. Mai come quest’anno il Festival ha assunto i contorni di una fiction televisiva con colpi di scena distribuiti ad arte, serata per serata: il sistema di voto che si blocca, il torcicollo e il “nude look†della valletta, la “farfallina†di Belen, le “sparate†di Celentano, le “finte†gaffe di Morandi.
Â
Ma veniamo al terzo obiettivo, quello che riguarda da vicino l’aspetto musicale. L’industria di settore può ritenersi soddisfatta con il trionfo al primo e al terzo posto (Emma e Noemi, Arisa seconda) di artisti nati e cresciuti nelle scuderie di Talent show come Amici e X Factor. Per la vincitrice, Emma Marrone, è arrivato il momento di dire “Basta pregiudizi†perché “quello che conta è il giudizio della gente che compra i dischi, noi esistiamo e certo non possiamo sparire“.
Â
Tutto vero, perché la qualità di un artista non si giudica solo dal percorso di formazione che lo riguarda e poi i Talent Show hanno dimostrato di rappresentare un’ottima possibilità di studio e di crescita per i giovani musicisti italiani. Non tutti, poi, per farsi conoscere e apprezzare, hanno la possibilità di frequentare l’Accademia di Sanremo.
Â
Una nota dolente, però, ha riguardato musiche e testi: la qualità delle canzoni ascoltate quest’anno al Festival è sicuramente inferiore rispetto alla passata edizione. Promossi gli interpreti, quindi, ma rimandati gli autori. In conclusione, non vorremmo che la 62esima edizione del Festival della canzone italiana venga ricordata per scandali e polemiche, ma per lo spettacolo e la musica che ci ha regalato, con il picco della terza serata e le indimenticabili esibizioni di Brian May e Patti Smith.
Â