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Stati Generali, il ritorno alla storia per ritrovare le strade della politica smarrita

(PRIMAPRESS) - ROMA - Gli Stati Generali convocati dal premier Giuseppe Conte per il prossimo 13 giugno a Villa Pamphilj, secondo le intenzioni del Presidente del Consiglio sono un confronto con le diverse categorie del paese per “far ripartire l’Italia”. Tutto si dovrebbe svolgere a porte chiuse. Ma di che cosa si discuterà? Secondo le prime anticipazioni i temi fondamentali dovrebbero essere: sburocratizzazione della pubblica amministrazione e quindi semplificazioni di procedure per l’ammodernamento del paese, rilancio delle infrastrutture e l’estensione dell’Alta Velocità ed inoltre incentivi per gli investimenti alle imprese. Non è ancora dato sapere se si partirà dalla bozza presentata nei giorni scorsi dal manager Vittorio Colao che aveva guidato una delle tante task force create da questo governo per combattere la pandemia da coronavirus. Ancora una volta si cerca fuori dall’esecutivo aiuti per disegnare le linee di intervento del paese mostrando forse la fragilità di una politica che non riesce a formulare un piano economico d’emergenza che non solo ha bisogno di interventi strutturali così come chiesto da più parti ma anche di una tempestività nel creare progetti credibili e sostenibili per accedere ai fondi che l’Unione Europea ha previsto per l’Italia. Agli Stati Generali l’UE sarà rappresentata dalla partecipazione in videoconferenza con la presidente della Banca Mondiale, Kristalina Georgieva, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e non è ancora confermata la presenza della presidente della Bce, Christine Lagarde. Tra le figure rappresentative delle componenti economiche c’è quella del Governatore della Banca d’ Italia, Ignazio Visco. In effetti dopo la sua relazione annuale delle scorse settimane non si sa cosa potrebbe aggiungere di nuovo se non evidenziare ulteriori peggioramenti delle previsioni del Pil. In altre parole questi Stati Generali sembrano essere una sorta di fotocopia del summit dell’economia di Cernobio. La questione, però, è che il momento delle discussioni, delle analisi e dei verbi al futuro è assolutamente scaduto perché la macchina economica deve rimettersi in moto adesso. Singolare nei giorni scorsi un intervento del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri che parlava di un miglioramento degli indici nel prossimo trimestre proprio mentre l’ISTAT segnalava un 2020 a meno 8,6% di Pil. Sul palcoscenico spettacolare di Villa Pamphilj non c’è dubbio che vi saranno figure di spicco come premi nobel per l’Economia e professori di Harward, e imprenditori di successo ma resta difficile comprendere perchè abbiamo tenuto per mesi a lavorare una task force per entrare nella Fase 2 del contenimento della crisi da coronavirus ed ora chiamare quelle persone ad intervenire come in un qualsiasi convegno. Qui la politica è completamente sparita e resta il senso di una squadra di governo che va avanti dando sciabolate a destra e sinistra senza aver minimamente capito dove e quando colpire. Ciò che stride di più in pieno 2020 è il richiamo semantico degli ordini sociali rappresentativi in quella assemblea di Versailles del 4 maggio 1789 che ci riporta alla nomenklatura d'esordio del Movimento 5 Stelle quando i suoi membri si chiamavano "cittadini. - (PRIMAPRESS)