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La Cina come la Russia nella questione Taiwan. Xi Jinping: “Non rinunceremo all’uso della forza”

(PRIMAPRESS) - PECHINO - Il Congresso del Partito Comunista con i 2.300 delegati da tutto il paese riuniti nella maestosa Grande Sala del Popolo a Pechino, finirà con l'assegnazione del terzo mandato a Xi Jinping. È il suo discorso durato quasi due ore (al congresso del 2017 durò oltre le tre ore) non solo ha parlato degli obiettivi raggiunti e delle politiche interne per stabilizzare l'economia dopo il duro colpo della pandemia ma ha sopratutto parlato anche al futuro nella certezza di essere ancora alla guida del paese nei prossimi anni. A conclusione del Congresso emergeranno tutte le conferme delle posizioni della Cina nella nuova geopolitica generata dai conflitti ma c'è un punto che è emerso già ad apertura del grande consesso del Pcc: la questione Taiwan, 
Xi ha avvertito che il suo paese deve essere preparato per "venti forti e onde e persino tempeste pericolose”."Risolvere la questione di Taiwan è una questione che spetta ai cinesi, una questione che deve essere risolta dai cinesi" per poi aggiungere che non prometterà mai di rinunciare all'uso della forza riservandosi la facoltà di prendere tutte le misure necessarie.
“Ciò è diretto esclusivamente all'interferenza di forze esterne e dei pochi separatisti che cercano l'"indipendenza di Taiwan" e le loro attività separatiste; non è affatto mirato ai nostri compatrioti di Taiwan", ha aggiunto in un colpo implicito al principale rivale della Cina, gli Stati Uniti.
“Le ruote storiche della riunificazione nazionale e del ringiovanimento nazionale vanno avanti. La riunificazione della madrepatria deve essere realizzata e sarà realizzata”. Ha detto  Xi, suscitando un fragoroso applauso. - (PRIMAPRESS)