Il nostro sito web utilizza i cookie per migliorare e personalizzare la tua esperienza e per mostrare eventuali annunci pubblicitari. Il nostro sito può includere anche cookie di terze parti, come Google Adsense, Google Analytics e YouTube. Utilizzando il sito web, acconsenti all’uso dei cookie.

Abbiamo aggiornato la nostra Informativa sulla Privacy. Clicca sul pulsante per consultarla.

MediOriente: il summit a Monaco, il muro dell’Egitto e la telefonata di Biden a Netanyhau

MEDIORIENTE – Mentre la situazione in MediOriente si presenta incandescente per la pressione israeliana in tutta la Striscia di Gaza , Cisgiordania e Libano, oggi prende il via la Conferenza di Monaco sulla sicurezza. Si tratta di un appuntamento annuale che riunisce decine di leader globali, ministri, vertici militari e imprenditori nella città bavarese. L’edizione del 2024 celebra il sessantennale della conferenza che proseguirà sino a domenica 18 febbraio. All’ordine del giorno dei lavori, dunque i conflitti armati in MediOriente e Ucraina ma anche la questione migratoria, il clima e lo sviluppo delle nuove tecnologie. 
E sulla questione migrazioni ora scoppia quello allarmante di Gaza. L’Egitto sta costruendo in tutta velocità un muro al confine. Le autorità egiziane temono che l’operazione militare israeliana a Rafah,nel sud della Striscia di Gaza, possa creare un’ondata di rifugiati palestinesi  e stanno costruendo un muro di 8 miglia nel deserto del Sinai, vicino al confine. E’ quanto riferiscono diversi media. 
L’imponente struttura sarebbe parte dei piani d’emergenza, nel caso che il gran numero di abitanti della Striscia e dei campi profughi ammassati proprio al confine riuscissero ad entrare in territorio egiziano. 
Intanto, c’è stata una nuova lunga telefonata del presidente americano, Biden, al premier israeliano, Netanyahu. Al centro l’operazione militare che Israele vuole lanciare a Rafah e che sta destando le preoccupazioni dell’Egitto.     
Biden “ha ribadito la sua opinione che un’operazione militare non dovrebbe  procedere senza un piano credibile ed  eseguibile per garantire la sicurezza e il sostegno ai civili a Rafah”, si legge in una nota della Casa Bianca. I due leader hanno discusso anche degli ostaggi israeliani che sono ancora nelle mani di Hamas.                      

Articoli Correlati