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Decreto Sostegni, i medici del 118 non dovranno restituire le indennità. Balzanelli: "Bene ma occorre una riforma"

  • di RED-ROM
  • in Italia
Decreto Sostegni, i medici del 118 non dovranno restituire le indennità. Balzanelli: "Bene ma occorre una riforma"
(PRIMAPRESS) - ROMA - Dal “Decreto Sostegni” arriva, dopo una lunga attesa, l’indennità corrisposta ai medici convenzionati del 118 in diverse realtà regionali. Il provvedimento mette fine al rischio secondo cui, a quegli stessi medici che avevano prestato servizio nelle operazioni di soccorso con le equipe delle autoambulanze, avrebbero dovuto restituire le indennità percepite dal 1999. “Si tratta di un legittimo riconoscimento di affermazione e dignità del ruolo dei medici impegnati in un servizio essenziale del paese” ha dichiarato il presidente del Sis 118, Mario Balzanelli. Di fatto, però, non si è trattato di un riconoscimento scaturito da un automatismo ma di un lavoro di pressioni che ha visto coinvolti sopratutto esponenti del M5S: dalla senatrice Castellone all’onorevole Villani sino al Consiglio regionale della Campania con Ciarambino. Il lavoro nelle Aule di Camera e Senato è stato di "tutelare il servizio sanitario e consentire di fronteggiare l'emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus" corrispondendo le somme al personale medico convenzionato addetto al servizio di emergenza. “Nell’attuale composizione del sistema sanitario nazionale il 118 è uno dei punti nevralgici dell’emergenza territoriale - annotano alcuni medici delle unità mobili - ed è paradossale che questo servizio ha rischiato di non essere riconosciuto attraverso il pagamento di legittime indennità. Noi medici, in piena emergenza da Covid, abbiamo dovuto rivendicare un diritto. C’è una dicotomia evidente tra la necessità di un servizio di emergenza e la legittimazione del suo operato da parte del governo centrale”. Il Recovery Plan, probabilmente, sarebbe potuto intervenire per sistemare un bug sanitario che si trascina da anni. “La pandemia ha mostrato tutta la vulnerabilità di un sistema sanitario che ha delle eccellenze ma che deve essere riformato in ottica di sintesi tra ricerca, analisi dei dati, prevenzione ma anche miglioramento dei servizi di prossimità territoriale. E anche il 118, riconosciuto il suo ruolo essenziale per la sanità d’emergenza e soccorso, deve essere riformato ed ammodernato per costituire un primo front importante nel trattamento di un paziente: dal momento in cui viene soccorso sino all’ospedalizzazione”. - (PRIMAPRESS)