Nuovi trend in cucina: la rivoluzione Flexitariana di Fiore, il ristorante gourmet a filiera cortissima
- di RED-ROM
- in Wine&Food
(PRIMAPRESS) - ROMA - Nuove proposte crescono sotto il segno della leggerezza alimentare. A festeggiare un anno di successi è il ristorante Fiore all’ombra del cupolone che si è fatto interprete di una rivisitazione della cucina vegetariana. La definizione che interpreta il concept del locale di via Boncompagni è Flexitariana che fa crasi di flexible (flessibile) e vegeterian (vegetariano). Nel dettaglio si tratta di una cucina che non esclude alimenti di origine animale, ma li integra in quantità ridotta e scegliendo solo prodotti biologici di grande qualità. Il tutto nel rispetto dell’ambiente, scegliendo allevamenti estensivi, e della sostenibilità, con prodotti stagionali, bio e a filiera corta, escludendo tonno e pesce spada e privilegiando il pesce azzurro, con un’attenzione speciale al territorio e ai piccoli produttori di qualità, con alcune eccellenze provenienti anche dalle zone del reatino colpite dal recente terremoto.
In altre parole la cucina Flexitariana sembra mettere d'accordo il palato ed i sostenitori che un corpo non vive di solo vegan. Dunque i nuovi sapori emergono da tecniche di cottura meno invasive sulla materia prima e che permettono di esaltarne caratteristiche ed essenze; nuovi equilibri nutrizionali che nulla tolgono al gusto della tavola ma che regalano tutto il benessere che solo una sana alimentazione può dare. E’ così che si fondono spirito crudista con cottura a vapore, cucina mediterranea con piastra di sale e dove persino il fritto è ammesso ma con una cottura a 140 gradi che non permette all’olio di raggiungere il punto di saturazione. In una sola parola leggerezza.
L’atmosfera del locale restituisce la stessa percezione di leggerezza che arriva dai piatti, perché fanno da contorno agli arredi minimal, piantine, germogli, legumi colorati, frutta fresca e verdura che diventano sia materia prima da lavorare ma anche arredamento “vivo” del locale. - (PRIMAPRESS)
In altre parole la cucina Flexitariana sembra mettere d'accordo il palato ed i sostenitori che un corpo non vive di solo vegan. Dunque i nuovi sapori emergono da tecniche di cottura meno invasive sulla materia prima e che permettono di esaltarne caratteristiche ed essenze; nuovi equilibri nutrizionali che nulla tolgono al gusto della tavola ma che regalano tutto il benessere che solo una sana alimentazione può dare. E’ così che si fondono spirito crudista con cottura a vapore, cucina mediterranea con piastra di sale e dove persino il fritto è ammesso ma con una cottura a 140 gradi che non permette all’olio di raggiungere il punto di saturazione. In una sola parola leggerezza.
L’atmosfera del locale restituisce la stessa percezione di leggerezza che arriva dai piatti, perché fanno da contorno agli arredi minimal, piantine, germogli, legumi colorati, frutta fresca e verdura che diventano sia materia prima da lavorare ma anche arredamento “vivo” del locale. - (PRIMAPRESS)