Omeopatia: Il ritardo normativo dell'italia mette a rischio l'intero settore produttivo
- di RED-CENTRALE
- in Salute&Benessere
(PRIMAPRESS) - ROMA - Tre europei su quattro conoscono l’omeopatia. Più di 100 milioni (il 29%) scelgono farmaci omeopatici e antroposofici (HAMPs) per la loro assistenza sanitaria. L’intera Unione Europea conta 60mila medici prescrittori di farmaci omeopatici, 11.400 ogni 100mila abitanti.
Questi i dati diffusi da ECHAMP, associazione no profit che rappresenta l’industria dei medicinali omeopatici e antroposofici nell’UE, per discutere la situazione degli HAMPs in Italia nell’incontro di oggi con le istituzioni nazionali e locali.
L’industria omeopatica affonda le sue radici nella tradizione e nella cultura europea. L’UE è il maggior produttore di HAMPs e in due terzi degli stati membri la domanda per questa tipologia di medicinali è in forte e continua crescita. Il mercato europeo del settore ha raggiunto un valore di 1 miliardo di euro all’anno e pur impiegando circa 8mila persone rappresenta lo 0,7% del mercato farmaceutico europeo e il 7% di quello per l'auto-medicazione.
La situazione degli HAMPs in Italia - L’Italia è il terzo mercato in Europa, dopo Francia e Germania, con un fatturato annuo di oltre 170 milioni di euro. Sono 11 milioni gli italiani che usano medicinali omeopatici, di cui 3 milioni abitualmente (dati Doxa Pharma). 20mila i medici che prescrivono HAMPs. 30 milioni, circa, le confezioni vedute ogni anno (dati Omeoimprese) e 4000 il numero di famiglie, tra impiego diretto e indotto, che vivono del mercato degli omeopatici in Italia (Dati Omeoimprese).
“I medicinali omeopatici e antroposofici in Italia stanno diventando una realtà. Consumatori e prescrittori riconoscono, in maniera sempre maggiore, il ruolo che l'omeopatia e la medicina antroposofica giocano e possono giocare nella cura della salute – spiega Fausto Panni, Presidente di Omeoimprese – Nonostante ciò, il nostro Paese è ancora lontano dal compiere passi in avanti, soprattutto a livello legislativo, per soddisfare la domanda e garantire l’adeguamento alle direttive europee in materia. La mancanza di una legge specifica mina la libertà di scelta in tema di salute e negando l'uguaglianza ai cittadini che scelgono di curarsi con l'omeopatia e la medicina antroposofica”.
Il ritardo normativo e l’appello di ECHAMP - Da diverso tempo, l’Unione europea chiede all’Italia di adeguarsi alla normativa e di sottoporre i prodotti omoeopatici a una registrazione e valutazione simile a quella dei farmaci tradizionali attraverso procedure stabilite dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ma l’Italia continua a rinviare. A svariati anni dalla prima proposta di legge, il Parlamento, infatti, non è ancora riuscito a legiferare e attualmente in Commissione si stia ancora discutendo sul tema. ECHAMP che da sempre si impegna per allineare tutti gli Stati membri in materia di regolamentazione e commercializzazione degli HAMPs lancia un allarme: il ritardo normativo dell’Italia potrebbe ripercuotersi sulle 30 aziende nostrane che operano nel settore (in Lombardia, Liguria, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania e Sicilia).
“Nel 2016 alcuni farmaci se non registrati potrebbero sparire dal mercato, con gravi conseguenze per le imprese stesse – continua Panni – In omeopatia esistono almeno 3mila sostanze nel repertorio medico. Se dovessimo produrre con un preavviso strettissimo un dossier tecnico scientifico dettagliato per ciascuna di queste 3mila sostanze saremo automaticamente decimati“.
Ad impedire alla direttiva europea del 2006 di essere recepita non solo sulla carta, in primis la questione delle tariffe di registrazione e rinnovo troppo elevate per le aziende omeopatiche italiane: 80 milioni di euro il costo stimato in difetto, dopo il decreto Balduzzi, con un’incidenza sul fatturato annuale pari al 48,4%. Tra il 2012 e il 2013, la tassa per la registrazione è aumentata ben 766 passando da 31 euro a 23mila.
A ciò si aggiungono parametri per la valutazione, richiesti dall’Aifa, insensati per i prodotti omeopatici ai quali è impossibile applicare le stesse regole imposte dalla chimica di sintesi.
Le istituzioni locali come esempi virtuosi - Da qui, l’esigenza di ECHAMP di un confronto con le istituzioni per affrontare le problematiche della regolamentazione del settore in Italia e per portare all’attenzione le iniziative messe in atto da alcune Regioni virtuose grazie agli interventi di Roberto Caronno, Membro Esperto del Consiglio Superiore di Sanità (Lombardia), Elio Rossi, Responsabile Ambulatorio di omeopatia Azienda USL 2 Lucca - Rete Toscana Medicina Integrata e Fabrizio Santori, Membro della Commissione Politiche Sociali e Salute della Regione Lazio.
Toscana, Emilia Romagna e Lombardia sono le prime regioni ad aver riconosciuto in varie forme medicina omeopatica e antroposofica, seguite anche dal Lazio. Proprio oggi, durante il convegno, Fabrizio Santori, Membro della Commissione Politiche Sociali e Salute della Regione Lazio, ha presentato una proposta di legge in favore dei medicinali omeopatici e antroposofici. - (PRIMAPRESS)
Questi i dati diffusi da ECHAMP, associazione no profit che rappresenta l’industria dei medicinali omeopatici e antroposofici nell’UE, per discutere la situazione degli HAMPs in Italia nell’incontro di oggi con le istituzioni nazionali e locali.
L’industria omeopatica affonda le sue radici nella tradizione e nella cultura europea. L’UE è il maggior produttore di HAMPs e in due terzi degli stati membri la domanda per questa tipologia di medicinali è in forte e continua crescita. Il mercato europeo del settore ha raggiunto un valore di 1 miliardo di euro all’anno e pur impiegando circa 8mila persone rappresenta lo 0,7% del mercato farmaceutico europeo e il 7% di quello per l'auto-medicazione.
La situazione degli HAMPs in Italia - L’Italia è il terzo mercato in Europa, dopo Francia e Germania, con un fatturato annuo di oltre 170 milioni di euro. Sono 11 milioni gli italiani che usano medicinali omeopatici, di cui 3 milioni abitualmente (dati Doxa Pharma). 20mila i medici che prescrivono HAMPs. 30 milioni, circa, le confezioni vedute ogni anno (dati Omeoimprese) e 4000 il numero di famiglie, tra impiego diretto e indotto, che vivono del mercato degli omeopatici in Italia (Dati Omeoimprese).
“I medicinali omeopatici e antroposofici in Italia stanno diventando una realtà. Consumatori e prescrittori riconoscono, in maniera sempre maggiore, il ruolo che l'omeopatia e la medicina antroposofica giocano e possono giocare nella cura della salute – spiega Fausto Panni, Presidente di Omeoimprese – Nonostante ciò, il nostro Paese è ancora lontano dal compiere passi in avanti, soprattutto a livello legislativo, per soddisfare la domanda e garantire l’adeguamento alle direttive europee in materia. La mancanza di una legge specifica mina la libertà di scelta in tema di salute e negando l'uguaglianza ai cittadini che scelgono di curarsi con l'omeopatia e la medicina antroposofica”.
Il ritardo normativo e l’appello di ECHAMP - Da diverso tempo, l’Unione europea chiede all’Italia di adeguarsi alla normativa e di sottoporre i prodotti omoeopatici a una registrazione e valutazione simile a quella dei farmaci tradizionali attraverso procedure stabilite dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ma l’Italia continua a rinviare. A svariati anni dalla prima proposta di legge, il Parlamento, infatti, non è ancora riuscito a legiferare e attualmente in Commissione si stia ancora discutendo sul tema. ECHAMP che da sempre si impegna per allineare tutti gli Stati membri in materia di regolamentazione e commercializzazione degli HAMPs lancia un allarme: il ritardo normativo dell’Italia potrebbe ripercuotersi sulle 30 aziende nostrane che operano nel settore (in Lombardia, Liguria, Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo, Lazio, Campania e Sicilia).
“Nel 2016 alcuni farmaci se non registrati potrebbero sparire dal mercato, con gravi conseguenze per le imprese stesse – continua Panni – In omeopatia esistono almeno 3mila sostanze nel repertorio medico. Se dovessimo produrre con un preavviso strettissimo un dossier tecnico scientifico dettagliato per ciascuna di queste 3mila sostanze saremo automaticamente decimati“.
Ad impedire alla direttiva europea del 2006 di essere recepita non solo sulla carta, in primis la questione delle tariffe di registrazione e rinnovo troppo elevate per le aziende omeopatiche italiane: 80 milioni di euro il costo stimato in difetto, dopo il decreto Balduzzi, con un’incidenza sul fatturato annuale pari al 48,4%. Tra il 2012 e il 2013, la tassa per la registrazione è aumentata ben 766 passando da 31 euro a 23mila.
A ciò si aggiungono parametri per la valutazione, richiesti dall’Aifa, insensati per i prodotti omeopatici ai quali è impossibile applicare le stesse regole imposte dalla chimica di sintesi.
Le istituzioni locali come esempi virtuosi - Da qui, l’esigenza di ECHAMP di un confronto con le istituzioni per affrontare le problematiche della regolamentazione del settore in Italia e per portare all’attenzione le iniziative messe in atto da alcune Regioni virtuose grazie agli interventi di Roberto Caronno, Membro Esperto del Consiglio Superiore di Sanità (Lombardia), Elio Rossi, Responsabile Ambulatorio di omeopatia Azienda USL 2 Lucca - Rete Toscana Medicina Integrata e Fabrizio Santori, Membro della Commissione Politiche Sociali e Salute della Regione Lazio.
Toscana, Emilia Romagna e Lombardia sono le prime regioni ad aver riconosciuto in varie forme medicina omeopatica e antroposofica, seguite anche dal Lazio. Proprio oggi, durante il convegno, Fabrizio Santori, Membro della Commissione Politiche Sociali e Salute della Regione Lazio, ha presentato una proposta di legge in favore dei medicinali omeopatici e antroposofici. - (PRIMAPRESS)