ROMA – Un primo round all’insegna della combattività quello del festival del cinema sordo di Roma che va in scena con l’anteprima di “The Hammer†– Il lottatore, di Oren Kaplan, film pluripremiato che racconta la storia del wrestler sordo Matt Hamill sulla strada verso il titolo. Un dramma sportivo che attraverso la formidabile determinazione del protagonista rileva la disabilità come risorsa dimostrando che sovente “diverso†non significhi necessariamente peggiore.
Dalle difficoltà di accettazione in seno alla sua stessa famiglia ai problemi di apprendimento e d’integrazione a scuola come al college, Matt muove i primi passi tra coloro che sanno ascoltare, ma è poco meno di un estraneo. Armato di fiducia in sé, non si arrende alla sua natura, al suo gap e combatte nella vita oltre che sul ‘ring’ divenendo al contempo una forza d’ispirazione per tutti, sordi e udenti.
Di primo acchito sembrerebbe il tipico film sportivo in salsa americana con evidenti cliché. In realtà il film rappresenta un vero cross-over culturale tra il mondo ‘deaf’ e quello degli udenti. Esemplare il cast di attori sordi, sebbene sia Russell Harvard, noto per aver recitato nel film “Il Petroliere†di Anderson, il vero eroe della pellicola che cattura con credibilità e tenerezza lo spettatore anche nelle scene di lotta. Sincera persino la tenue storia d’amore con Kristi interpretata da Shoshannah Stern, attrice vista nella serie televisiva “Lie to Me†accanto a Tim Roth, che non raggiunge mai note stucchevoli. In definitiva, l’opera si difende bene e prende le distanze dalla retorica di “The Blind Side†di John Lee Hancock.
Girato tra Las Vegas, L.A. e Rochester, il film, inoltre, tocca inevitabilmente una tematica sotterranea a sfondo politico quale la lotta delle minoranze e la tutela dei propri diritti. Apprezzabile anche l’impronta artistica del regista, il quale ha recentemente lavorato per la Take 180, una compagnia televisiva di proprietà della Disney, resa con l’uso misurato della profondità di campo, insieme all’equilibrata fotografia di David Rom. Ma il film nel complesso rimane memorabile specialmente per il messaggio positivo che può essere apprezzato da entrambe le comunità . Assolutamente consigliata la visione.
Nella sporta di Cinedeaf c’è anche spazio per un altro titolo sportivo quale “Un aretino sul tetto del mondo†di Simone De Palma che ricorda il grande pugile sordo di fama internazionale Mario D’agata, campione del mondo dei pesi gallo. Per il primo giorno di festival sono più di 600 le presenze. Fra gli apprezzamenti del pubblico oltre a “The Hammerâ€, anche “Coffe and Pencil†e “Deaf Jamâ€, un energico documentario diretto da Judy Lieff, la cui protagonista è una teenager sorda, Aneta Brodsku, che si avvicina alla poesia in ASL, l’american sign language. Nel destino della giovane immigrata israeliana che vive ormai nel Queens c’è l’incontro con Tahani, una poetessa ‘slam’ udente e palestinese. Il legame è così forte che la loro amicizia supererà le barriere politiche portandole a realizzare insieme una nuova forma di poesia slam diretta a tutti, udenti e non.
IL CINEMA SILENZIOSO SALE SUL ‘RING’ CON L’ANTEPRIMA ITALIANA DI “THE HAMMER”
