MILANO – Il prossimo 7 luglio si celebra la Giornata Mondiale del Cioccolato, e le forme per declinare quella che sin dalle origini era considerata una bevanda sacra, saranno le più svariate. L’origine risale a migliaia di anni fa nell’America Centrale e Meridionale, dove la pianta del cacao, Theobroma cacao, cresceva spontaneamente. I primi utilizzi del cacao, per preparare una bevanda amara chiamata “Xocolatl”, risalgono alle civiltà precolombiane come gli Olmechi, i Maya e gli Aztechi. Se tavolette, cioccolatini, praline, ma anche come ingrediente in torte, gelati, mousse e snack vari sono un settore maturo della produzione alimentare, anche il food e la gastronomia gourmet si è lasciata influenzare dall’uso della cioccolata in cuna per piatti firmati da grandi chef. Ma non si può dire che sia una novità perché già agli inizi dell’700 nella cucina napoletana e in quella romana la polvere di cacao aveva nobilitato piatti menzionati nel ‘Cuoco Galante’ o nel più povero pasta con la pajata.
Ma accanto le sperimentazioni in cucina c’è il potere benefico della cioccolata fondente sull’umore e l’ipertensione fino al suo potere antiossidante.
“Se in passato con la stagione calda il consumo di cioccolata si riduceva, oggi – spiega una ricerca di Circana per conto di Lindt, una delle aziende leader del settore – le proposte fresche, fruttate e intensamente aromatiche hanno consentito una vendita costante”.
Giornata mondiale del cioccolato: da antiossidante a ‘goût noble’ della cucina gourmet

