Il nostro sito web utilizza i cookie per migliorare e personalizzare la tua esperienza e per mostrare eventuali annunci pubblicitari. Il nostro sito può includere anche cookie di terze parti, come Google Adsense, Google Analytics e YouTube. Utilizzando il sito web, acconsenti all’uso dei cookie.

Abbiamo aggiornato la nostra Informativa sulla Privacy. Clicca sul pulsante per consultarla.

Fotovoltaico senza incentivi statali… ABA Impianti spiega come

Aba impianti, azienda italiana specializzata nel campo delle energie rinnovabili ed eco-sostenibili, assicura un ritorno economico positivo anche di fronte alla riduzione di incentivi statali, così come riportato dal D.L. “Quinto conto energia”, che entrerà in vigore a partire dal 1 luglio 2012.
Per mezzo della stesura di un’apposita relazione economica, infatti, i tecnici dell’azienda di Trezzano sul Naviglio (Milano) hanno dimostrato come un impianto fotovoltaico possa portare a cospicui guadagni negli anni a venire, pur non usufruendo di aiuti da parte del Governo.
Più in dettaglio, viene preso in esame un ipotetico impianto fotovoltaico da 72 kWp situato a L’Aquila con un consumo annuo di 100.000 kWh e un consumo contemporaneo di energia prodotta pari a 70.000 kWh, ovvero quello di un’azienda attiva sia durante le ore mattutine sia durante le ore pomeridiane, che assicuri un rendimento pari a 1.400 kWh/kWp
L’impianto presenta un costo di realizzazione stimato di 93.000 euro e un costo annuale di manutenzione di 4.500 euro; spesa, quest’ultima, relativa a un servizio di tipo “premium”, comprendente la pulizia e il controllo dell’impianto, oltre alla garanzia di produzione nel tempo.
Considerando un tasso d’interesse annuo del 5%, è così possibile quantificare nel dettaglio il reale ritorno economico dell’impianto: il risparmio dei consumi contemporanei si aggirerebbe attorno agli 11.000 euro, in considerazione del prelevamento diretto dell’energia dal sistema fotovoltaico e dal sempre più elevato costo dell’energia stessa. Di assoluta importanza per il ritorno economico è anche il contributo in conto scambio, che comprenderebbe i 30.000 kWh immessi nella rete, e successivamente rivenduti, per un valore di circa 4.300 euro. Qui sotto, i principali dati emersi da questa interessante relazione economica, relativa a 5 anni di osservazione.
Analizzando il sistema nell’arco di tempo di 20 anni e contando l’usura dell’impianto e il continuo aumento dei costi dell’energia, si stima che il risparmio/autoconsumo raggiunga un valore di oltre 17.000 euro, mentre il contributo in conto scambio sarebbe ritenuto pari a poco meno di 4.000 euro.
Tale analisi rappresenta, ovviamente, il frutto di calcoli teorici, vincolati comunque al reale abbassamento del prezzo dei materiali utilizzati quali moduli, inverter e strutture. Il caso studio è stato creato, infatti, analizzando in modo approfondito le tendenze al riposizionamento degli ultimi anni, prevedendo quindi potenziali costi futuri.

Articoli Correlati