Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin” e di Google Analytics. Clicca sul bottone "Accetto" o continua la navigazione per accettare. Maggiori informazioni
Skin ADV
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 1010

ANDDOS: “Cristiano Ronaldo replica con i gol agli insulti omofobi”

(PRIMAPRESS) - “Cristiano Ronaldo replica con i gol agli insulti omofobi”: ANDDOS, la più grande associazione italiana contro le discriminazioni (180.000 iscritti in tutta Italia), difende il campione portoghese elogiando la sua professionalità in campo dopo la sua straordinaria tripletta in Champions League contro il Wolsburg che ha consentito al Real Madrid di rimontare la sconfitta dell'andata contro i tedeschi e qualificarsi così alla semifinale. ANDDOS difende così il calciatore Cristiano Ronaldo vittima di insulti omofobi, condannando le offese dei tifosi del Barcellona a lui rivolte in occasione della classica sfida della Liga spagnola. "L'associazione italiana ANDDOS, con sede nazionale a Roma, esprime grande solidarietà per il calciatore Cristiano Ronaldo del Real Madrid, vittima di insulti omofobi nella partita contro il Barcellona – afferma il presidente nazionale Mario Marco Canale di ANDDOS - noi crediamo che la città di Barcellona sia da sempre un esempio di civiltà, pertanto noi condanniamo solo quella parte della tifoseria blaugrana che ha inveito con cori vergognosi nei confronti del campione portoghese. Lo sport deve essere un messaggero di valori contro la discriminazione, l'omofobia è un male sociale che deve essere sradicato in tutte le sue espressioni. Come associazione contro le discriminazioni da orientamento sessuale lottiamo ogni giorno per affermare diritti uguali per tutta la comunità LGBTI nella società, attraverso una quotidiana battaglia contro i pregiudizi e l'intolleranza”. “Lo sport ha un elevato potere formativo ed educativo e può essere quindi veicolo di alti valori ed ideali – rimarca l'avvocato Antonio Bubici – occorre costruire modelli e metodologie didattiche che consentano a tutti di fare sport senza subire discriminazioni. Tali discriminazioni sono alimentate da quegli stereotipi di genere e sessuali di cui è impregnato il nostro sistema ideologico-culturale, soprattutto in ambito sportivo”. - (PRIMAPRESS)