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Unioni Civili, si torna in aula il 26 gennaio

(PRIMAPRESS) - Il DDL sulle unioni civili arriverà finalmente in Aula al Senato il 26 gennaio, dopo mesi di braccio di ferro all'interno della Commissione Giustizia e rinvii, dopo le tante polemiche trasversali, non ultima quella di parte del comitato "Se non ora, quando?"o dopo l’ultimo tentativo del Sen. Giovanardi di imprimere un ulteriore rallentamento.

«Mi auguro che si possa giungere a una rapida approvazione, con un dibattito approfondito ma privo di strumentalizzazioni e pulsioni ostruzionistiche», ha detto la relatrice del testo, la senatrice dem Monica Cirinnà

Intanto dal parlamento europeo è arrivata una nuova sollecitazione a quegli stati membri che ancora ne sono sprovvisti, tra cui l’Italia, ad approvare una legge in grado di garantire eguaglianza di diritti anche tra le coppie samesex. 

Apprendiamo con favore l'approdo in aula in Senato del pdl sulle Unioni Civili – afferma il presidente Mario Marco Canale dell’Associazione nazionale ANDDOS - che dovrebbe portare ad un voto finale entro febbraio. Anddos vuole ribadire con assoluta fermezza l'ormai improrogabile urgenza di approvare questa legge, che è già di per sé un compromesso al ribasso è dovrà essere solo l'inizio di un cammino di uguaglianza. La nostra base associativa annovera persone e coppie di ogni regione, età e fascia sociale. La maggior parte di loro non può più aspettare. Sull'Italia pesa ormai come un macigno la condanna della corte di Strasburgo, così come l'ennesima pronuncia del parlamento europeo, che ha appena approvato un'importante risoluzione sul matrimonio egualitario. Non da ultimo, va presa in considerazione la netta pronuncia del Consiglio Nazionale Forense di pochi giorni fa, in cui si stabilisce l'improrogabile necessità di garantire il diritto alla vita familiare di tutte le coppie. Vigileremo con attenzione e saremo presenti alle iniziative che accompagneranno questo voto, affinché non si riproponga ancora una volta l'assurdo mercanteggiare sulla vita delle persone e in particolare su quella dei bambini e delle bambine, come nel caso della stepchild adoption. Di certo, la politica ha adesso un'ultima occasione di dare una risposta di fronte ai milioni di cittadini che attendono tra troppi anni e di fronte a quella gran parte del mondo che si chiede ancora da che parte stia l'Italia sui diritti umani”. - (PRIMAPRESS)