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L'enigmatico e inclassificabile Johan Creten arriva in mostra con i "Peccati" all'Académie de France

L'enigmatico e inclassificabile Johan Creten arriva in mostra con i "Peccati" all'Académie de France
(PRIMAPRESS) - ROMA - E’riuscita a vedere la luce la mostra fermata dal lockdown nella corsa primavera ed ora pronta ad aprire il prossimo 15 ottobre a Villa Medici sede dell’Académie de France a Roma con i “Peccati” di Johan Creten, 50 opere in bronzo, ceramica e resina affiancate ad alcune opere storiche di Lucas Van Leyden (1494-1533), Hans Baldung (1484-1545), Jacques Callot (1592-1635), Barthel Beham (1502- 1540) e Paul van Vianen (1570-1614). La rassegna, che resterà aperta sino al 31 gennaio 2021, riunisce le opere di Johan Creten (1963), artista che la critica fa difficoltà a classificare e definire all’interno di una corrente, tuttavia nelle sue opere prevale un’essenza enigmatica ed intrigante tale da rendere l’artista una figura di spicco nel panorama dell’arte contemporanea. Creten parla di “Slow art” e della necessità di un ritorno all’introspezione: il suo è un movimento che va dalla miniatura alle figure monumentali e ci consegna il nostro tempo facendoci immergere in un’esplorazione del mondo con i suoi tormenti individuali e sociali, per un viaggio pieno di sorprese ed emozioni. Tra le sue caratteristiche più peculiari vi è un uso particolarmente virtuoso del bronzo nella realizzazione di sculture monumentali: un significativo esempio è rappresentato da “De Vleermuis - Il pipistrello”, che sarà esposto proprio nei giardini di Villa Medici nel corso della mostra. Le sue sculture, realizzate appositamente per questa occasione tra il 2019 e il 2020, si aggiungono alle opere che scandiscono la sua carriera dagli anni Ottanta ad oggi e saranno abbinate a stampe, arazzi e bassorilievi del XVI XVII secolo appartenenti  alla sua collezione personale. Le opere storiche scelte dall’artista sono veri e propri riferimenti al suo processo creativo e ne rivelano le preoccupazioni, sia dal punto di vista artistico che storico, politico e filosofico. L’intreccio di queste opere all’interno dell’esposizione stravolge la nostra percezione da molteplici punti di vista, mettendo in discussione il futuro dell'umanità proprio attraverso il passato. La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi di Colin Lemoine e Nicolas Bourriaud, un’introduzione di Noëlle Tissier e fotografie di Gerrit Schreurs. - (PRIMAPRESS)